Parte la rubrica sulle band storiche di Santa Croce: oggi vi presentiamo i “Poker d’Assi”
Comincia la rubrica sui gruppi musicali che hanno visto la luce a Santa Croce fin dalla metà degli anni sessanta. Cosi come promesso, ogni quindici giorni focalizzeremo la nostra attenzione su un gruppo o band locale. Intanto vi invitiamo a farci pervenire materiale fotografico, notizie e episodi particolari relativi a tutte le band che si sono succedute nel corso degli anni, ve ne saremmo davvero grati. Prima di tuffarci alla scoperta del primo gruppo, è doverosa una premessa: fermo restando il plauso a tutte quelle persone che anche da semplici solisti si sono dedicate e si dedicano alla musica, includiamo fra le icone storiche anche i componenti della banda musicale del paese che hanno sempre dato lustro alla nostra città e per essi anche i direttori che nel tempo si sono avvicendati alla guida della stessa: il M° Salvatore Barone, il M° Sarino Barone e il figlio Salvuccio, ed infine Giuseppe Zisa, attuale giovanissimo direttore. Ma, entriamo subito nel vivo della rubrica. I progenitori del fermento musicale locale sono stati i componenti di un gruppo che si è formato nel lontano 1966. Si chiamava “Poker D’Assi”. Di quella band facevano parte Dino La Rosa (chitarra), Carmelo Di Biase (batteria), Andrea Di Giacomo detto Menu Ricotta (tastiera) e il compianto Benedetto Lorefice, un virtuoso della chitarra classica. Fugace apparizione, in aggiunta alla formazione tipo, è stata anche quella di un musicista di Scoglitti di cui non conosciamo il nome e quella di un altro musicista di Marina di Ragusa che di cognome faceva Piazzese (al basso elettrico). In quel periodo i luoghi dove esibirsi erano molto scarsi, come anche le occasioni. Una di queste erano i matrimoni: il gruppo ne ha fatti diversi, come anche diverse erano le feste in casa. A quei tempi non c’era tanto bisogno di amplificazione e quindi anche piccoli spazi potevano bastare per suonare. Nella maggioranza dei casi, chi faceva musica aveva imparato da autodidatta. A quei tempi si spendeva una fortuna per gli strumenti ed erano necessari sacrifici immani per poter realizzare un “sogno”, dare libero sfogo alla passione e poterlo fare nella maniera migliore possibile. I “Poker D’Assi” termineranno il loro percorso all’inizio degli anni settanta. Ci scusiamo anticipatamente se abbiamo dimenticato di citare qualcuno, non ce ne vogliano i diretti interessati: ma è anche per questo motivo che richiediamo la vostra collaborazione. Fra quindici giorni vi presenteremo il gruppo “The Tiger” che poi, successivamente, ha cambiato nome in “New Generation”. Buona lettura.
Salvo Dimartino