Calcio, Promozione: il Santa Croce perde l’imbattibilità a Sciacca. Annullato un gol regolare al 90′
Sconfitta immeritata del Santa Croce a Sciacca, 2-1 il risultato per i padroni di casa, su cui pesa un errore clamoroso dell’assistente di linea, il signor Lodato di Enna, che a pochi minuti dal 90′ nega un gol regolare al giovane Ragusa e il conseguente pareggio ai biancazzurri. È stata una gara strana e sfortunata quella giocata dal Santa Croce contro i verdenero saccensi, segnata da due episodi oscuri che hanno condizionato fortemente il risultato finale. Colpa, soprattutto, della terna arbitrale, che oltre all’errore dell’assistente sulla rete del probabile pareggio, ha anche ignorato le proteste del Santa Croce sulla distanza “breve” del dischetto del rigore, con la conta dei passi misurava quasi nove metri sugli undici regolamentari, in occasione del giusto penalty assegnato ai locali. Un errore tecnico del giovane arbitro trapanese che ha macchiato la sua più che sufficiente direzione di gara, favorendo lo Sciacca al di là dei meriti. Pronti via, e i locali, a causa della solita disattenzione difensiva del Santa Croce, passavano in vantaggio con una staffilata di Scillufo che non lasciava scampo a Gurrieri. Il Santa Croce non si disuniva, anzi era l’unica squadra in campo a fare gioco, conquistando ben quattro punizioni dal limite d’aria che comunque non impensierivano il portiere locale. Lo Sciacca si limitava ad azioni di contropiede e in una di queste riusciva a conquistare un giusto rigore che era trasformato facilmente dal solito Scillufo. Nella ripresa l’intensità del Santa Croce diventava più spregiudicata e dopo quattro minuti arrivava la rete di Puma su assist di Basile che riapriva i giochi. I locali arretravano e il Santa Croce pressava, sfiorando il pareggio con una botta di Rizzo che il portiere locale respingeva coi pugni. Nei minuti finali i camarinensi riuscivano, come raccontato in precedenza, a raggiungere il pareggio, ma la decisione cervellotica del signor Lodato di Enna vanificava lo sforzo di Bonarrigo e soci che uscivano fra gli applausi del pubblico (locale e dei trenta tifosi al seguito) per l’ottima prova fatta vedere in campo.
Fabio Fichera