Lo sport, fin dall’età infantile, è un buon rimedio ai comportamenti da bullo di L.Licitra
Chi non ha conosciuto il bullo? Credo che nella vita tutti abbiamo avuto a che fare con un tipo/a nulla facente, spavaldo/a e violento/a, privo/a di salute mentale e indisciplinato/a. Purtroppo, ancora oggi, questi soggetti che hanno bisogno d’aiuto sono lasciati fuori a fare ciò che credono e a sperare in delle realtà che non potranno mai essere, a sparlare persone che ahimè vorrebbero costruirsi una loro vita tranquilla senza etichettature e dicerie, e chi più ne ha più ne metta. Mi rivolgo a tutti con un appello: facciamo più sport ed educhiamo i nostri ragazzi a volere il bene delle persone, allontaniamoli dai comportamenti devianti e tappiamo la bocca a tutti coloro che non vogliono il bene delle persone proprio con il buon costume e lo sport sano. Come tutti noi sappiamo, lo sport è un ambiente istituzionale riconosciuto come formativo e costruttivo per ogni persona ai fini dell’etica morale, comportamentale e della salute e, quindi, favorevole. Il comportamento bullesco è un tipo d’azione che mira deliberatamente a fare del male o danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi, persino anni ed è difficile difendersi; ciò è proprio pesante viverlo e ve lo posso assicurare in primis, è un qualcosa che ti rode, ridonda e ti lacera. “L’animale”, “il bestia”, “un fiore del male”, ecco le parole con cui stigmatizziamo il bullo che incontriamo nella nostra società. “E’ mai esistita una chimera pari all’uomo? Che novità, che mostro, che confusione, che intrico di contraddizioni, che prodigio! Giudice supremo di ogni cosa, lombrico, idiota, depositario del vero, cloaca di dubbio e di errore, gloria e rifiuto dell’universo” (Pascal). Guardando il nostro passato più recente possiamo affermare che il bullo esprime la sua identità deviante all’interno di dinamiche intenzionali complesse e che il fenomeno del bullismo non è altro che l’escalation di una modalità di comportamenti errati che, partendo dal mondo degli adulti come un virus è arrivato ad intaccare anche quello dei figli. Se la pianta del pomodoro non viene raddrizzata fin da piccola cresce male e così non può dare i suoi frutti, il ragazzino se non è cresciuto bene in famiglia e nel sociale frequenta persone sbagliate, diviene bullo. Io mi chiedo il perché di ciò. “Bello, brutto quel che sia dal bullismo ti sei fatto portare via. Presunzione e arroganza sono sempre ignoranza; col cervello lento e tetro non conosci alcun divieto; dai modi controversi sfuggi dalle regole evidenti, l’importanza del rispetto è sfumato da ogni tuo comportamento: sport, gioco e quel che sia dal bullismo devi scappar via”. La filastrocca parla chiaro: Diciamo no al bullismo e si ai valori per mezzo dello sport.
Lucy Licitra