Il ruolo di consulenti e Consiglio, il tema acqua pubblica: la riflessione (e le domande) di G.Barone
Cara redazione, qualche giorno fa, con un interessante articolo, su Santa Croce Web, il Prof. Carmelo Mandarà poneva tanti spunti di riflessione e un interessante interrogativo: qual è il ruolo degli esperti, pagati o meno, all’interno del processo decisionale della amministrazione comunale? La questione è arricchita dalla considerazione che sono in organico, nel nostro comune, tecnici con alta professionalità. Ricordando che interrogato sull’argomento, in Consiglio Comunale, il Sindaco rispose che il ricorso ad esperti e consulenti glielo consente la legge, entro nella questione sollevata dal prof. Carmelo, se mi è consentito, con alcune mie riflessioni. E cominciamo col dire che l’ordinamento attuale pone in capo ai dirigenti dei dipartimenti comunali la responsabilità gestionale e il supporto tecnico nei processi decisionali che formano gli atti amministrativi. Anche l’esperto o consulente esterno entra nel processo decisionale, con la differenza che quest’ultimo, in più, gode della fiducia particolare del sindaco, che lo ha scelto, che a volte paga, e in forza di ciò potrebbe, addirittura, indirizzarne l’attività amministrativa. Nascono da qui i dubbi legittimi sulla influenza nelle scelte politiche che andrebbe oltre al semplice confezionamento degli atti. Ma è la stessa Legge che ha dato pieni poteri ai sindaci, che da un lato ha snellito e semplificato le loro pratiche amministrative, dall’altro li pone soli davanti alle decisioni e… siccome non tutti i sindaci sono dei La Pira, sono costretti a ricorrere, sovente, ai suggeritori. Da cittadini auguriamoci che, chiunque sia a decidere lo faccia bene: meglio un atto fatto da un tecnocrate ma utile, che un atto fatto da un Sindaco ma inutile o dannoso.
La stessa normativa ha ricondotto spesso il Consiglio Comunale a un vero e proprio gettonificio e ratificatore di atti di giunta, svuotandolo, nella sua azione collegiale, di molti significati. Il diritto, delle minoranze, di emendare o di proporre è quasi azzerato a causa delle maggioranze bulgare (il 50% di consiglieri di maggioranza in più, nel nostro Comune). Per fortuna che la Politica spesso supera i cavilli legislativi, specie quando salta fuori qualche spirito libero che scombussola gli schemi. Anche nel nostro Consiglio Comunale, il gruppo di maggioranza si è ultimamente molto ridimensionato, creandosi nuovi stimolanti equilibri che causano di certo qualche patema in più agli amministratori ma in compenso ciò da più “verve” alle sedute. Purtroppo e nonostante la buona volontà di alcuni consiglieri (di opposizione s’intende) il nostro attuale Consiglio Comunale si è distinto per la carenza di indirizzo politico, infatti tutte le mozioni presentate dalla minoranza e dalla maggioranza (una) sono state bocciate. Alle interrogazioni consiliari si risponde dopo mesi, col paradosso di trattare, per esempio, delle dimissioni di un assessore già da tempo esonerato. A furor di popolo e sudando le fatidiche sette camicie si è riusciti a far istituire una commissione consiliare per modifiche statutarie (per la consulta dei migranti e la possibilità di far decadere il presidente del consiglio): ebbene, non si è mai riunita, non se ne sa più nulla. Mentre i mesi passano, mentre i problemi collegati all’immigrazione si moltiplicano. Il Consiglio Comunale però approva i bilanci! Una magra consolazione, a parte il fatto che ove non lo facesse scatterebbero i poteri sostitutivi, il bilancio è del Sindaco, finalizzato allo svolgimento del suo programma e ne risponde politicamente alla Città. Per non parlare poi, che il fatto, di approvare i bilanci di “previsione” a novembre, la dice tutta sulla possibilità e opportunità emendative di un consolidato.
Il professore Mandarà nel proprio articolo cita la vicenda dell’acqua pubblica data in gestione alla ditta privata. Questo fatto, epocale per Santa Croce Camerina, nasce da un atto della Giunta Cascone che fu, per parte del suo mandato, minoritaria in Consiglio Comunale. Questa citazione del Mandará non è certamente casuale in quanto emblematica di quali possono essere oggi i poteri di una Giunta Municipale, non c’è più l’alibi del consiglio che “non mi fa lavorare” o che “mi manda a casa”. La citazione finale di Carmelo Mandarà nel suo articolo sulla questione acqua pubblica, è altresì opportuna perché è ora che anche questa amministrazione si esprima, dia risposte in materia, ne ha tutti i poteri, e può cominciare col dirci:
– a che punto è e come si sta realizzando l’applicazione del contratto con Mediale spa?
– il regolamento che norma i rapporti tra cittadino ed ente gestore è perfettissimo o necessita di modifiche?
– si ha coscienza della tremenda questione dei consumi anomali? Si voglono lasciare soli tanti cittadini di fronte a guai simili o volete concordare un sistema di assicurazione del danno?
– la preannunciata commissione o comitato di garanzia del cittadino sarà istituita?
– si è studiato un sistema tariffario nuovo o si proporrà quello esistente?
Questi e altri sono gli interrogativi che aspettano risposte.
Giovanni Barone