L’Unitre di Santa Croce in vista a Caltabellotta: dove Angioini e Federico III fecero “pace”
L’Unitre di Santa Croce Camerina, nell’ambito delle attività che svolge durante l’anno accademico, ha organizzato un’escursione per la conoscenza del territorio siciliano, a Caltabellotta: paese ricco di storia, monumenti, cultura, manifestazioni, gastronomia, olio e acqua. A Caltabellotta, nella lingua parlata, nei tratti somatici della gente, nel museo, nella conformazione delle strade, nelle opere architettoniche, nelle grotte, si notano le impronte lasciate delle varie dominazioni e dalle antiche genti sicane. Tutto nei loro visi, nei loro nomi, ci parla degli arabi. Qui tutti: sicani, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, ebrei e spagnoli hanno lasciato tracce. Qui ebbe sede uno dei centri di irradiazione dell’annuncio cristiano. Natura, religione e storia in questo paesino, situato a 750 metri sul livello del mare, vero luogo dello spirito, inespugnabile perché costruito nella roccia tutto si è preservato da scempi e contaminazioni. La vita qui scorre diversamente che nelle grandi città. Il panorama di cui si gode, infonde un senso di pace al visitatore e sprona alla riflessione e dà la sensazione che lo si stia guardando dall’alto di un aereo. Caltabellotta è famosa per le ricchezza di acqua e per la fertilità della terre dove crescono ulivi che danno un olio che esalta le fragranze mediterranee. Qui si siglò, dopo venti anni di lotta, nel 31 agosto 1302, la pace tra Angioini e Federico III, che segnò la fine della “guerra del vespro”, che le popolazioni siciliane condussero contro Carlo D’Angiò nominato re di Sicilia dal papa francese Clemente IV. Pace che è stata inserita nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia. Questa consentì l’indipendenza della nostra isola per più di un secolo. Fino al 1414. Con una scenografia del tutto naturale le case sovrapposte le une alle altre, le strade e le piazzette compongono una ambientazione che San Francesco avrebbe trovato molto simile a quella di Greccio, dove collocò il suo primo presepe vivente.
Redazione