Sicurezza, l’opposizione chiede un Consiglio comunale aperto: “Ascoltiamo i cittadini”
“Il compito primario di un rappresentante dei cittadini, quale è un consigliere comunale, è quello di diventare megafono delle loro richieste”. Gaetano Pernice, consigliere di opposizione, chiarisce le ragioni che hanno spinto lui, e il gruppo di opposizione, a presentare al sindaco Franca Iurato e al presidente del Consiglio comunale Maria Zisa la richiesta di una seduta dell’assise aperta, per discutere dell’emergenza sicurezza in città. Spiega ancora Pernice: “Con tale forte azione si vuole consentire alle persone che vogliono esprimere il loro pensiero circa lo stato di sicurezza e di controllo del territorio, non come viene avvertito o come viene letto dagli amministratori, ma come viene vissuto dal cittadino che ogni giorno si trova a vivere e confrontarsi con situazioni incresciose che di certo rendono meno vivibile il territorio santacrocese. Al di fuori ed al di sopra delle polemiche pretestuose – continua Pernice – auspico che sia la stessa amministrazione a pubblicizzare l’indizione di un Consiglio comunale aperto, atteso che tutti debbano avere la possibilità di sapere e di decidere se intervenire o meno e di seguire da vicino come e da chi e con quale competenza vengano prese le decisioni per amministrare la collettività. Chiedo da consigliere che il comandante della polizia municipale porti in sede di Consiglio una relazione dettagliata sul servizio svolto dal Comando di polizia municipale nell’ultimo anno. Deve far conoscere ai cittadini se ci sono carenze nel controllo del territorio e a chi sono da imputare eventuali falle nell’attività di monitoraggio dello stesso”. Anche il consigliere Luca Agnello chiede chiarezza. “Viviamo nella confusione più totale – ha detto – Ci ritroviamo un sindaco che dice che il tasso di criminalità è in diminuzione rispetto agli altri anni, un assessore che afferma che esiste un problema di ordine pubblico ma è colpa dei disoccupati e, infine, l’Ascom locale che, giustamente, denuncia uno stato di paura e di malessere diffuso che, a mio avviso, solo chi vive lontano alla realtà o forse chiuso dentro il palazzo non può o non vuole vedere”.
Fonte: La Sicilia