Il Consiglio si aggiorna, approvate le tariffe: Irpef aumenta tra le proteste
Sono stati approvati, con il voto dei sei consiglieri di maggioranza (ad eccezione della Tari, quando la Galuppi era ancora assente) gli adeguamenti tariffari proposti dell’amministrazione comunale. E’ bastata un’ora e mezza per chiudere la seduta del Consiglio comunale che era stata sospesa martedì scorso, in seguito alla richiesta della maggioranza. Che aveva espresso al sindaco e al presidente del Consiglio, ottenendo in cambio la “sospensione” delle deleghe, di poter approfondire lo studio delle carte.
Al ritorno in aula sono stati fuochi d’artificio per una questione procedurale: il consigliere Luca Agnello, prendendo la parola, ha espresso le sue perplessità circa il metodo con cui è stato riconvocato il Consiglio: “Noi abbiamo votato il rinvio consci del fatto che sarebbe stata convocata una nuova seduta e non aggiornata la vecchia. In modo tale da poter procedere alla surroga di Cognata (dimissionario, ndr) e all’insediamento del nuovo consigliere”. Ma la segretaria pro-tempore Maria La Rosa, sfogliando i brogliacci di martedì (il verbale non è stato ancora redatto), ha caldeggiato la bontà dell’”aggiornamento”: “Altrimenti avremmo inviato a tutti i consiglieri la convocazione, non solo gli assenti. E’ un passaggio specificato più volte”. Il presidente Mandarà, dopo un duello verbale che si è protratto per qualche minuto, ha dato il via alla trattazione dei punti.
Il primo prevedeva un leggerissimo aumento per la Tari, la tassa sui rifiuti, nell’ordine dello 0,33% annuo. L’incremento più evidente riguarda la casistica dei mega fabbricati abitativi, i cui proprietari saranno tenuti a sborsare 1,25 euro in più. Poi si è passati all’Irpef: saltano gli scaglioni, viene mantenuta la fascia d’esenzione sotto le 10mila euro. L’aliquota unica sarà dello 0,8%. Come spiegato dal ragioniere capo Busacca, una diversa connotazione dell’imposta non consentirebbe al Comune di preservare l’equilibrio di Bilancio. Il gettito previsto per il 2019 è di 400mila euro rispetto ai 124mila dello scorso anno. E qui l’opposizione si è messa di traverso: “State mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, raddoppiando l’Irpef – ha tuonato Agnello – E nel frattempo l’amministrazione continua a pagare affitti esosi, come nel caso di vigili urbani e vigili del Fuoco, e a concedere in comodato d’uso gratuito gli immobili alle associazioni. Dov’è la politica di austerità?”. Gli ha fatto eco Schembari.
Barone ha spiegato di aver confermato gli affitti a carico del Comune lasciatigli in eredità dalla Iurato, che “non abbiamo trovato soluzioni alternative e che anche il prossimo sarà un Bilancio di sopravvivenza”. Gli animi si sono infervorati e, dopo una sospensione richiesta da Galuppi, si è arrivati alla votazione: 6 favorevoli e 4 contrari. L’opposizione, che aveva scelto di presentare un emendamento per reintrodurre gli scaglioni, ha ritirato la proposta in seguito al parere tecnico negativo (ma non vincolante) del ragioniere capo.
La seduta per il resto è filata via liscia. L’unico aumento del 50% è stato applicata alla tassa di soggiorno: nei B&b si pagherà 1 euro a notte, nei campeggi 0,75. Qui l’opposizione si è astenuta. Confermate invece le tariffe di Tasi, Imu, pubblicità e affissioni e suolo pubblico. Sempre col voto favorevole della maggioranza e l’astensione di Agnello, Schembari, Gambino e Zisa. Chiara Zago era assente.
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