Un mare di danni sulla spiaggia di Casuzze: “Cancellato il ripascimento”
Il maltempo di questi giorni ha devastato la spiaggia di Casuzze. Quella che nelle ultime settimane si era sottoposta a un intenso restyling: il progetto di ripascimento era costato 660mila euro (comprendeva anche un tratto di Caucana), ma una mareggiata di Levante, provocata da venti e piogge insistenti, ha vanificato tutto. Tanto che sui social, dove impietose appaiono le prime immagini, si parla di “morte annunciata”. Rinaldo Cappello, promotore di una petizione da 1300 firme, in cui si lamentavano i numerosi disservizi sulla fascia costiera di Santa Croce, ha individuato la causa di tutto nell’assenza di un sistema di regimentazione delle acque piovane, lungamente invocato negli anni scorsi. “Prima si fanno le opere per la raccolta delle acque piovane e poi le spiagge” si lamentano su Facebook alcuni utenti del gruppo pubblico “Viviamo Casuzze”. “La mancata regimentazione delle acque piovane – ha tuonato lo stesso Cappello – prima di posizionare frangiflutti seri e di fare il ripascimento per ultimo, ha dato i primi risultati su ciò che da tempo i casuzzari di lungo corso hanno sempre detto durante i lavori, prima e molto prima. Spero che la Regione prenda una posizione, non nei confronti di chi ha fatto i lavori, perché reputo siano stati fatti a regola d’arte, ma su chi avrebbe dovuto prevenire un disastro annunciato, soprattutto reso pubblico dalle preoccupazioni e i mancanti servizi alle borgate, tramite la petizione e ancora prima, tramite l’associazione ViviAMO Casuzze, che non è stata mai ascoltata e mai invitata nelle riunioni di “comodo” organizzate dal Sindaco”.
All’appello, in queste foto scattate venerdì pomeriggio, mancano intere porzioni di spiaggia. La mareggiata ha inghiottito la sabbia che era stata riposizionata in loco durante i lavori di ripascimento. Giusto qualche settimana fa, l’opposizione aveva presentato una mozione sul tema Casuzze, per cercare per impegnare l’Amministrazione comunale nella realizzazione di quegli interventi di cui i residenti (soprattutto estivi) lamentano l’assenza. La mozione è stata bocciata. L’erosione costiera non si arresta e al comitato spontaneo di cittadini non resta che indirizzare un nuovo messaggio alle istituzioni: “Il vento può e deve cambiare e per questo ci vuole l’impegno di tutti, di associazioni, di comitati, di liberi cittadini, dei politici interessati a migliorare il territorio e che hanno cominciato a collaborare. Ma naturalmente anche dei politici santacrocesi, in primis i consiglieri di opposizione, perché se a gennaio hanno sposato la petizione, ora più di prima devono insistere a smuovere le acque stagnanti da decenni. Molto presto ci sarà la possibilità di una udienza pubblica, quindi un consiglio comunale aperto, dove la presenza massiccia dei richiedenti i nostri diritti, sarà propedeutica per cambiare la rotta. Facciamo di Barone lo Schettino santacrocese. Lui potrà continuare a dire ciò che vuole, sia ai media e sia sui social, ma tutte le verità stanno venendo a galla. L’inconsistenza programmatica e il mancato rispetto del suo stesso programma e dell’art. 2 dello statuto comunale santacrocese, sono la prova che è palesemente in difficoltà”.