Olio di colza nuovo carburante per mezzi agricoli: Santa Croce capofila nella sperimentazione
Dopo la fase di seminazione, coltivazione, raccolta ed infine spremitura, è finalmente arrivato il momento di utilizzare l’olio di colza e di lino come carburante biodiesel sui mezzi agricoli. Quattro le aziende pilota. Otto gli ettari di colture. Poco meno di 64 quintali di olio prodotto per un totale di 6500 litri di colza vegetale. Un progetto ambizioso finanziato dal fondo europeo per lo sviluppo rurale, misura 124. Nella sede dell’unità operativa dell’assessorato regionale all’Agricoltura, soat 35, di Santa Croce la prova “sul campo” con l’olio di colza utilizzato come carburante in un mezzo agricolo. L’azienda Prosea è il capofila del progetto in collaborazione con l’università degli studi di Catania e l’assessorato regionale all’Agricoltura. “Abbiamo impiantato 4 campi sperimentali, due di lino e due di colza – spiega l’agronomo Giorgio Gurrieri -. A fine giugno abbiamo raccolto i semi per la spremitura. Il ricavato, un olio combustile, potrà essere utilizzato al’interno delle aziende pilota per la trazione dei mezzi agricoli. Si tratta di una fase sperimentale importante per tante imprese che avranno la possibilità di produrre buona parte del carburante direttamente nei loro terreni. La coltivazione della colza e del lino è stata effettuata da ottobre a fine giugno. Nel mese di luglio abbiamo avviato la raccolta. Successivamente è stata effettuata la spremitura dei semi ottenendo così il bio carburante”. L’unità operativa dell’assessorato regionale all’Agricoltura ha sostenuto il progetto. “Il progetto energie rinnovabili rappresenta il futuro per le aziende del territorio – aggiunge Guido Mezzasalma, dirigente della Soat 35 di Santa Croce – un’occasione per le aziende per diversificare le produzioni. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento dell’Universita’ di Catania, che grazie alla professionalità del professore Orazio Sortino rappresenta un piccolo modello di interazioni tra i diversi attori della filiera”. “Non si tratta di una coltura industriale – conclude Franco Celestre, responsabile dell’azienda Prosea, capofila del progetto – ma semplicemente un biodiesel da utilizzare in azienda per i mezzi che necessitano del gasolio. Questo progetto ha un duplice obiettivo. L’utilizzo di terreni marginali troppo spesso dimenticati e il risparmio, in termini economici, per le aziende”.
Redazione