La crisi dell’agricoltura a ‘Il Punto’: guarda il VIDEO dell’ultima puntata dalla pizzeria ‘Da Vincè’
Dopo la pausa natalizia riprende “Il Punto”, programma di approfondimento politico condotto da Salvo Dimartino, questa volta in località balneare, a Marina di Ragusa, ospitato dal Ristorante Pizzeria “Da Vincè” (ex Il delfino), di Vincenzo Mormina. Argomento trattato e di grandissima rilevanza negli ultimi tempi, la crisi dell’agricoltura. A parlarne insieme al conduttore, alcune personalità di spicco del panorama agricolo: l’on. Francesco Aiello, assessore regionale alle Politiche agricole dell’ultimo governo Lombardo; Angelo Giacchi, presidente di ‘Agricoltura soprattutto’; Gaetano Malaninno, presidente di ‘Altra agricoltura’; Geraldo Bertolone, imprenditore agricolo ed ex componente del movimento ‘Forconi’. A toccare subito il problema di fondo è l’on. Aiello che colloca la crisi agricola a circa 20 anni fa: “La crisi si fa risalire all’apertura dei mercati europei a quelli di tutto il mondo, in una linea che ha visto i governi fare le stesse cose, ossia inseguirsi nella stessa direzione, quindi importare dall’Egitto, dal Marocco, dalla Tunisia, dalla Turchia… importiamo gli stessi prodotti mediterranei. I mass media difendono i grandi gruppi commerciali, c’è un blocco mediatico. E’ in crisi tutta l’Europa mediterranea in un quadro in cui comandano i grandi gruppi della trasformazione e della commercializzazione. Loro fanno le leggi, loro fanno i regolamenti, loro dicono che aiuti alle aziende agricole non ce ne possono essere. Chi parla di misure anticrisi dice cose non fondate. Il ministro Alemanno non concordò le misure anticrisi, quelle leggi sono rimaste nel cassetto perché l’Europa dice no. La stampa non dice della crisi, non la elabora, non dice come stanno le cose. La responsabilità di Roma e di Palermo è stata grandissima”. A seguire, l’intervento di Gaetano Malaninno che attualmente, con alcuni suoi colleghi sta presidiando con una tenda la zona di Piazza Calvario, a Vittoria, dove per protesta stanno facendo lo sciopero della fame. “Questa protesta sembra localistica, ma in realtà non lo è – afferma Malaninno – . Noi siamo un’organizzazione nazionale e prima che partisse questa protesta abbiamo individuato in Vittoria l’espressione delle contraddizioni del sistema che hanno portato alla distruzione dell’agricoltura, il punto di non ritorno. Noi protestiamo anche se soluzioni dal punto di vista economico non ce ne sono. Vittoria che si regge all’80% sull’economia agricola non è più in grado di sostenere il restante 20%, che crollerà pure. Questo dimostra che l’intera struttura economica e sociale della nazione verrà calpestata e distrutta. Noi l’abbiamo definita il ‘tritacarne’, questa micidiale manovella ha continuato a triturare altri settori. Qui è distrutto tutto, anche la scuola. Il contadino non potrà mandare a studiare il proprio figlio, gli manca il pane figuriamoci se potrà mandarlo a studiare. La politica capisce che non ha più garanzie per la propria poltrona. A quel punto non potranno più darci pacche sulle spalle. Devono iniziare un percorso virtuoso, lo iniziamo assieme, mettendoci ognuno del nostro. Io non sono un elettore di Crocetta, ma lui ha dato totale apertura alle problematiche che abbiamo posto. Alcune problematiche sono di pertinenza della regione, altre sono di pertinenza europea. Crocetta si intesta questa battaglia per fare una vertenza contro la politica agraria della comunità europea. Questo ci può incoraggiare”. Geraldo Bertolone, partendo dalla protesta dei Forconi, di cui lui stesso ha fatto parte, apre la questione: “C’erano centinaia e centinaia di persone in quella protesta, la gente si fermava. A Modica c’era un presidio di 400 mezzi. La politica non è riuscita a dare delle risposte, ad imporsi perchè la crisi c’è e tutti quelli che stanno intorno al sistema, quelli della grande distribuzione che vanno a produrre all’estero, sono quelli che dalla crisi ci stanno guadagnando. Anche prima dei Forconi ci sono state proteste di tutti i tipi, che alla fine vengono soffocate, perché non riusciamo a fare squadra”. L’individualismo dei siciliani pare essere controproducente in merito ad una questione così complessa come la crisi agricola che avrebbe bisogno di maggiore unità. “Oltre all’agricoltura i nostri territori hanno poco, non hanno industrie come al nord – sostiene Angelo Giacchi -, però la nostra industria qui è il settore dell’agricoltura. Se il problema fosse uno solo lo avremmo già individuato e risolto. Siccome la crisi delle aziende agricole vive parecchie problematiche una persona non sa da dove iniziare. Uno degli Stati che ci sta dando e che ci dà problemi da sempre è l’Olanda. Il pomodoro olandese ci dà una concorrenza unica. Loro riescono a produrre grazie agli aiuti dello stato. Oggi se non c’è la consapevolezza dello Stato italiano di difendere l’agricoltura, noi possiamo fare tante trasmissioni ma non potremo mai riuscire a risolvere il problema della crisi”. E’ emerso, inoltre, dall’incontro che sta sorgendo un Comitato aperto, dove può partecipare chiunque e che vede inseriti svariati gruppi e formazioni che si occupano di agricoltura e di cui l’on. Aiello si sta facendo promotore. Per approfondire le tematiche affrontate nel programma, vi invitiamo a vedere la registrazione integrale della puntata.
Antonella Galuppi
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