Sit-in di protesta dei disoccupati davanti al comune: chiedono un impiego, la Iurato li accoglie
Ancora una protesta eclatante da parte di alcuni disoccupati. Stamane si è svolta una nuova occupazione del palazzo comunale, così come era successo qualche mese addietro. I protagonisti sono sempre gli stessi: quei disoccupati che non avendo ricevuto risposte da parte delle istituzioni locali,hanno ritenuto di reiterare la protesta. Quindi, nuova riunione con il sindaco, Franca Iurato, che, suo malgrado, non ha potuto che ribadire la solita, ovvia, impotenza di fronte al problema sollevato dai disoccupati. “Il sindaco di qualsiasi città non può dare il lavoro che non c’è, anche se vi sono vicino per quello che un comune attraverso i servizi sociali può dare relativamente al sostentamento alimentare”. “Avevamo riposto delle speranze nei suoi confronti – chiosa Giovanni Barone, uno dei manifestanti – pensavamo che lei in quanto donna ed esponente della sinistra, potesse in qualche modo alleviare le nostre difficoltà lavorative”. Anche Massimo Cascone, anch’egli uno dei manifestanti e protagonista la volta scorsa dell’incatenamento davanti a Palazzo dei Cigni, ha voluto far sentire la sua voce: “Non abbiamo nessuna possibilità di mandare avanti le nostre famiglie, non possiamo pagare le bollette e le tasse, senza lavoro non c’è dignità nell’essere uomini”. Parole pesanti che fanno riflettere, ma la situazione a livello globale sembra senza via di uscita. I prossimi cantieri di servizio che la regione Sicilia sta per mettere in campo, potrebbero in qualche modo alleviare per qualche mese le difficoltà di qualche senza lavoro, ma, dice il sindaco, “i paletti che la Regione ha messo per le ipotetiche assunzioni, non lasciano molto spazio di manovra a noi sindaci. Comunque, esasperare gli animi non serve a nessuno e vi invito alla ragionevolezza e alla pazienza; noi, come amministrazione, cercheremo di fare quanto è nelle nostre prerogative e possibilità”. Per nulla rassicurati, i manifestanti abbandonano mestamente la Sala Giunta, mormorando fra i denti che non è finita qui.
Salvo Dimartino
8 Comments
Ma si dai, diamo lavoro ai tunisini che non fanno altro che creare disagi e guai nel paese , lasciamo piuttosto in difficoltà tutta la gente italiana seria e onesta!!!!!
Bravi, così si fa!!!
Come so io cittadino dite che siete senza fondo . So che avete800 milaeuro 100 mila euro sono stati dati ai commercianti per fare il marchio di montalbano le 700mila euro dove sono?
Sig. Jennifer, lei non sa neanche di cosa parla, si è mai chiesto perché tanti stranieri lavorano nelle serre e molti di loro con il lavoro che fanno riescono a vivere dignitosamente? Glielo spiego io il perché, perché è gente che ha veramente bisogno di lavorare e realizzarsi, e sono disposti a fare i lavori più umili e pesanti, come il lavoro nelle serre, e le garantisco che molte di quelle persone che vedo nella foto, se per caso camminando intravedono delle serre, e loro premura cambiare immediatamente strada.
Prima di accusare si informi.
Distinti saluti.
Nelle serre lavorano anche gli italiani, mio marito che è italianissimo , lavora nelle serre di mio cognato , quindi non dica scemenze e non offenda gli italiani che lavorano nelle serre!!!!
Sig. Jennifer legga bene prima di commentare sciocchezze.
Tutti vorrebbero un impiego pubblico, purtroppo i bei tempi son finiti. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e andare in giro a cercare lavoro, accontentandosi di quello che si trova. Chi ha dignità lo fa. Credo sia più umiliante chiedere sussistenza anziché andare in giro per attività commerciali e agricole a chiedere se hanno bisogno di manodopera. Chi lo fa prima o poi qualcosa trova.Tenacia, perseveranza e voglia di lavorare premiano, stazionare in piazza no.
Siamo in emergenza.Bisogna che ci sia una catena di solidarieta’,che nessuno sia lasciato indietro.Ognuno faccia la sua parte per quello che gli compete o per quello che puo’ fare.Dare addosso a chi chiede aiuto non e’ utile a nessuno.Non servono parole di circostanza ma attivarsi.La la finanziaria 2010 ha esteso ricorso al voucher agli Enti Locali ne ha sancito il suo utilizzo non solo per le manifestazioni sportive, culturali, fieristiche o caritatevoli, ma anche per i lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti (per tali attività, l’Ente Locale potrà utilizzare qualunque soggetto sia esso casalinga, piuttosto che il lavoratore in cassa integrazione, disoccupato, lavorare dipendente o autonomo), ma, laddove si avvalga di pensionati e di giovani, questi potranno svolgere qualunque servizio istituzionale dell’Ente Locale stesso.Ad Omegna Città del Piemonte, in provincia del Verbano Cusio Ossola, con più di quindicimila abitanti hanno usato questo strumento.29/08/2013 – IL PROGETTO FINO ALLA FINE DELL’ANNO
Disoccupati in aiuto al Comune: “Li pagheremo con i voucher”
Il municipio di Omegna: il Comune ha messo a bilancio 35 mila euro per le politiche sociali
Verranno affiancati ai volontari che operano nei quartieri di Omegna per la manutenzione ordinaria: costo del progetto 33.500 euro
LUCA ZIROTTI
OMEGNA
Cantieri di lavoro da destinare alle esigenze dei quartieri, con l’impiego almeno di una persona a quartiere tramite i «buoni lavoro», da affiancare ai volontari. Omegna impiegherà così circa 35 mila euro a bilancio, destinati alle politiche sociali, sostenendo chi è rimasto senza lavoro.
L’idea è semplice e verrà applicata nei prossimi mesi almeno fino alla fine dell’anno. I soldi stanziati, 33.500 euro, serviranno a pagare voucher di almeno mezza giornata per lavoratore. «Stiamo valutando la formula migliore per selezionarli, se tramite bando comunale o appoggiandoci alle graduatorie del Centro per l’impiego – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Pesce – abbiamo iniziato a presentare l’idea anche ai quartieri. In una situazione di difficoltà per il personale ridotto del Comune potremo contare su forza lavoro in più anche per la manutenzione ordinaria, dando la possibilità a chi è rimasto senza lavoro di poter guadagnare qualche soldo facendo qualcosa di utile per la città.
Come no, tutto questo a spese di chi si spacca la schiena a lavorare, riempiendolo di tasse, per aiutare chi non ha voglia di lavore, alla fine chi paga è sempre Pantalone.
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