Il Besta di Santa Croce e le tradizioni di San Giuseppe: appuntamento venerdì con la “Cena” dei ragazzi

L’istituto ad indirizzo turistico “Fabio Besta”, succursale di Santa Croce Camerina già pronto all’allestimento della tavola di San Giuseppe, a pochi giorni “ra nisciuta dei Santi” racconta la storia e le tradizioni. Tra musiche, canti, ma anche tra inclusione e integrazione, i giovani studenti, sono impegnati sotto l’attenta direzione della dirigente scolastica prof.ssa Antonella Rosa e con l’instituibile apporto della prof.ssa Daniela Nitro assieme ai docenti a far risorgere la più antica tradizione della città. L’obiettivo è far rivivere ogni anno il rito della sacra celebrazione della festa di San Giuseppe, che risale al 1832, quando il Barone Guglielmo Vitale, dopo la sua morte, lasciò alla Chiesa Madre la rendita di tre vignali per solennizzare la festa del Patriarca, fu questa l’occasione per preparare una grande tavolata, chiamata “Cena”, che ancora oggi i fedeli offrono al nostro amato Santo per devozione o grazia ricevuta.
La straordinaria bellezza di una coperta variopinta fa da cornice alla tavolata, dove vengono fissate delle arance amare e dei limoni, mentre al centro viene sistemato un piccolo altare sul quale viene posto un quadro raffigurante la Sacra Famiglia e davanti al quale viene accesa una lampada ad olio detta “a lampa” e ai lati il grano fatto germogliare al buio detto “u lauri”. La tavola viene imbandita con semplicità: piatti caratteristici come il “baccalà”, le“polpette di riso”, le “frittate agli asparagi”, i “pastizzidi spinaci e uva passa”, assieme alle varie tipologie di biscotti e dolci come la “cubaita”, il “torrone”, gli “scaurati”, i ”cicirieddi”,i ”mastazzola”, “a mustata”, tutte preparate dalle preziose mani dei fedeli per il Santo Patriarca. Al decoro della tavola vengono aggiunte le primizie, gli ortaggi e i fiori profumati quali “fresia” e “balicu” provenienti dalle terre santacrocesi e che creano profumi ed effetti policromatici che incantano i visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia e non solo.
Ma l’elemento principale della tavola è il Pane di San Giuseppe, detto anche “pani pulitu”, lavorato attentamente con particolari dovizie e con diverse forme che simboleggiano:“a varva” il volto del santo, “u vastuni” la regalità del Santo, “la S e la G” le sue iniziali, “a sfera” l’ostensorio. Pane che rifinito e decorato da mani abili ed esperte, diventa dorato e talmente invitante da essere entrato a far parte dei beni immateriali della Regione Sicilia con decreto n.8184 del 4 Novembre 2005.
Il rito, quello più importante, si svolge con l’arrivo dei tre Santi che giunti davanti alla porta di ingresso, dove San Giuseppe bussa con il suo bastone per ben tre volte, mentre una voce possente dopo aver risposto “a nudduaspittamu” apre la porta , invitandolo a prendere parte al ricco banchetto con tutta la famiglia. Viene servita loro la Tipica Pasta di San Giuseppe: “a principissedda” al sugo, mentre tutto ciò che è in tavola viene donato alle famiglie bisognose.
La cena di San Giuseppe del Fabio Besta a Santa Croce Camerina sarà visitabile venerdì 21 marzo dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00, mentre il sacro rito è previsto per sabato 22 alle 12:00.
Articolo a cura di
Yasmine Chater
Adriana Prova
Adele Belluardo
Prof. Salvatore Mandarà