S.Giuseppe tra fede e polemiche. “Troppo spettacolo, meglio prima”
Musica, teatro, tradizione, folklore, ma soprattutto fede religiosa. Un autentico fiume di gente si è riversata per le strade del centro di Santa Croce per l’edizione 2024 della festa di San Giuseppe. Non solo santacrocesi, che si sono stretti attorno al proprio Santo Patrono, ma anche moltissime persone arrivate dai comuni vicini e da fuori provincia per assistere agli spettacoli organizzati dall’Amministrazione comunale.
“Abbiamo avuto le strutture ricettive piene, così come i nostri ristoranti e i nostri bar – dice il sindaco Peppe Dimartino – La scelta di allungare i giorni della Festa si è rivelata vincente e il grande sforzo della macchina organizzativa è stato premiato dal riscontro di presenze che abbiamo avuto. Il nostro intento è che questa festa diventi anche una vera e propria attrazione turistica e il riscontro di questi giorni ci fa capire che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Ringrazio tutti gli assessori, il presidente del consiglio comunale e tutti i consiglieri, i dipendenti comunali ed i ragazzi del servizio civile. Grazie alla Regione, all’Ars, al Libero Consorzio Comunale, agli sponsor privati ed a tutte le associazioni per il loro contributo decisivo. Un ringraziamento va al Comitato dei Festeggiamenti, alla Chiesa, a tutta la comunità parrocchiale, alle Forze dell’Ordine, alla Protezione Civile, ai rappresentanti delle Istituzioni che ci hanno fatto visita”.
Serata clou, certamente, quella di sabato scorso con I Cugini di Campagna che ha visto riempirsi piazza Vittorio Emanuele in ogni ordine di posto, ma è stato particolarmente apprezzato e ha avuto un buon riscontro di pubblico anche il concerto di Gianmarco Carroccia, che ha fatto rivivere i più grandi successi di un monumento della musica italiana come Lucio Battisti. Città piena, come da tradizione, anche nella mattinata di domenica, dove in tantissimi hanno visitato le tradizionali cene, ed hanno partecipato alla classica asta che si è svolta in piazza. E ieri mattina, la tradizionale uscita della “Cena” del Comune, con la “bussata” davanti alla porta di palazzo del Cigno.
Ma c’è anche un contraltare. Cioè le polemiche suscitate da alcuni momenti della processione e delle Cene rivisitati in ottica più moderna. Tra i commenti apparsi sui social, anche quello dell’ex sindaco Franca Iurato, con oltre un centinaio di like: “Ho l’impressione che la festa di San Giuseppe stia virando un po’ troppo verso lo spettacolo, trascurando la sobrietà che si accompagna alla solidarietà, tratto distintivo, sin dalle origini, di questa festa. Le cene devozionali – dice poi l’ex primo cittadino – rappresentano concretamente la condivisione e l’attenzione per il prossimo, questo il valore fondante, da privilegiare, in cui si riconosce l’intera comunità dei credenti e non”.
Non sono mancate le critiche sull’uso eccessivo dei petardi, sia all’uscita che all’entrata del simulacro. Una pomposità non apprezzata da tutti. Ma anche sui toni utilizzati dal Comitato Festeggiamenti nel bel mezzo della processione, in passato contraddistinta solo da silenzi e preghiera. I diretti interessati si difendono (“Dovreste solo ringraziarci per i sacrifici”), ma è chiaro il riferimento ad altri riti e cerimonie di paesi vicini. Ciò che era nato per unire – la devozione per il patrono – alla fine riesce anche a dividere. Questa sera si chiudono le celebrazioni con la riposizione del simulacro nella sua cappella.