Province, non si voterà (per ora). La riforma è stata affossata all’Ars
Fallisce il tentativo del governo di Renato Schifani di reintrodurre il voto diretto nelle Province in Sicilia. L’Assemblea con voto segreto, 25 favorevoli e 40 contrari, ha bocciato il disegno di legge. La riforma era uno dei punti del programma elettorale del presidente della Regione. Subito dopo la votazione con cui l’Assemblea ha bocciato il ddl, il governatore ha abbandonato l’aula parlamentare facendo rientro a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza. Nella stanza del governo del Parlamento regionale si sono riuniti il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il vice presidente della Regione con delega ai rapporti con l’Assemblea Luca Sammartino e il coordinatore siciliano di Forza Italia Marcello Caruso.
A chiedere il voto segreto sono stati tredici parlamentari (ne servivano sette per regolamento), dodici dell’opposizione più Gianfranco Miccichè. La deputata dei Cinque Stelle, Stefania Campo, ha chiesto anche le dimissioni del presidente della Prima Commissione, Ignazio Abbate, relatore del ddl falcidiato dai ‘franchi tiratori’. “Il principale responsabile di questa crisi di governo è Ignazio Abbate – ha detto la parlamentare M5s – L’attuale presidente della Commissione Affari istituzionali infatti in una sola settimana è riuscito a farsi bocciare ben due disegni di legge, ritenuti illegittimi e incostituzionali anche dagli stessi Uffici dell’ARS, quello sulla Ineleggibilità dei giorni scorsi e questo di oggi sulle Elezioni provinciali. Ora Abbate sia capace di un sussulto di dignità e si dimetta dalla presidenza della Prima commissione. Si assuma le sue responsabilità”.
“Quella scritta qui all’Ars non è una bella pagina – dice invece Giorgio Assenza (FdI) -. Nonostante le mie perplessità sul rischio di un’impugnativa dei comizi elettorali da parte di qualsiasi elettore davanti al Tar, sono infatti rammaricato per l’esito di questo voto poiché condivido la necessità di ridare la parola ai cittadini in un organismo così importante”.