Il vertice con Iblea Acque Spa. La Ciura: “Troppe cose ancora non tornano”
Si è svolto venerdì, presso l’ex centro Asi di Ragusa, un incontro fra Iblea Acque, rappresentata dall’Amministratore Unico ing. Franco Poidomani, alcuni sindaci in rappresentanza dell’ATI, e il comitato “Acqua bene comune”, che da settimane prova a fare luce sula gestione pubblica del servizio idrico integrato. “Abbiamo scoperto – dice Manlio La Ciura, componente di “Acqua bene comune” – che nonostante le enormi difficoltà iniziali si è cominciato a fatturare e a prevedere conseguentemente delle forme di investimento per incrementare l’efficienza della gestione pubblica. Tuttavia permangono le perplessità su alcuni nodi fondamentali sui quali l’attenzione deve rimanere alta.
Ad esempio, “la mancanza di solidità economica in assenza di finanziamenti comunitari e/o regionali: a tal proposito – dice La Ciura – ci è stato detto che è stato presentato un progetto per 28 milioni di euro, senza il quale si dovrà ricorrere ad aumento di capitale da parte dei comuni verso la società di gestione”. Anche sulla tariffa unica, che accomunerebbe i dodici comuni della provincia, proseguono le perplesità: “Che senso ha una tariffa unica in una situazione di eterogeneità in cui comuni si trovano reti fatiscenti e contatori che mancano? E soprattutto chi finanzierà tali opere mancanti?”. Ma c’è anche un problema di personale. Mentre a Santa Crocxe Ibles Acque ha assorbito gli undici lavoratori ex Mediale, altrove si segnala “la mancanza di personale operario e tecnico tale da ricorrere a ditte private per le riparazioni in manutenzione con costi esorbitanti”, ma soprattutto non sono chiare le procedure di reclutamento, da operare “mediante concorsi o mediante trasferimento di personale comunale; nel primo caso ci vorranno fondi di importo notevole da impiegare, nel secondo caso ci sono moltissime difficoltà per il rifiuto dei dipendenti dei comuni di transitare a Iblea Acque nonostante qualche incentivo”.
“I soci di questa società sono i sindaci – conclude La Ciura – e sono i sindaci che devono impegnarsi a fare funzionare la gestione pubblica dell’acqua e dare conto ai cittadini”.