Servizio idrico, dalle tariffe al conguaglio. “Mancano delle risposte”
“In un momento in cui servirebbero proposte e risposte per uscire dalla confusione relativa al passaggio del servizio idrico al nuovo gestore (Iblea Acque, ndr), ci ritroviamo sommersi di foto e selfie autocelebrativi che distolgono l’attenzione dai problemi seri. Per quanto tempo Santa Croce dovrà fare i conti con questo clima da propaganda?”
Lo scrive, in una nota, il consigliere comunale di Insieme per Santa Croce, Piero Mandarà, che si sofferma sul servizio idrico integrato: “Apprendiamo con soddisfazione della sentenza del Tar, che chiude il contenzioso con Mediale e conferma la bontà dell’ordinanza dirigenziale per la riappropriazione dell’impianto. Ma ciò non esula dalla responsabilità politica di fornire alcuni chiarimenti alla città. Ad esempio: chi pagherà i costi di gestione dei Comuni appartenenti all’ATI in cui mancano le rilevazioni perché sprovvisti di contatori dell’acqua? Inoltre, come segnaliamo da mesi, non c’è alcun riferimento al piano tariffario determinato dall’ATI. Mi piacerebbe che il sindaco e i suoi assessori, nella massima trasparenza, aggiornassero la città sui costi del servizio, anziché limitarsi all’enunciazione di una delibera che nessuno conosce o alla promessa di un risparmio del 30% che nel primo quadrimestre del 2023 è già stata disattesa”.
Ma i quesiti relativi al servizio idrico sono in continuo aggiornamento: “La tariffa applicata nell’ultima bolletta – chiede il consigliere di Insieme per Santa Croce – è ancora comprensiva della quota di ammortamento (1 milione e 200 mila euro l’anno, per quindici anni) per le opere realizzate in project financing, che dal 31 dicembre scorso non è più dovuta? Inoltre, il deposito cauzionale di euro 46,98, pagato dai cittadini al momento del contratto, verrà restituito? Ci sarà una nuova fattura di conguaglio in cui sarà detratto il deposito? Da chi verrà rimborsato l’eventuale credito vantato dall’utenza a seguito dell’ultima bolletta Mediale? Capisco che è più facile destreggiarsi in altri ambiti, ma la città esige chiarezza e serietà, due doti che non appartengono a questa Amministrazione”
“Dal sindaco Dimartino – continua Mandarà – sarebbero auspicabili delle risposte puntuali sui singoli atti amministrativi posti in essere dalla sua giunta: che fine ha fatto il mega progetto per l’esternalizzazione dei servizi balneari, adottato all’indomani di un Consiglio comunale convocato coi caratteri dell’urgenza al solo scopo di ratificarlo? Ve lo dico io: è stato cestinato perché nessuna ditta ha risposto al bando. Fresca dell’ennesimo fallimento politico, l’Amministrazione ha dovuto ripiegare su una nuova stagione di affidamenti diretti, peraltro in ritardo sulla tabella di marcia”.
“Le borgate marinare, malgrado i toni trionfalistici, continuano ad essere sporche e abbandonate, lasciate nell’incuria e nel degrado più assoluto – evidenzia Mandarà -. Nelle strade, come emerge da numerose segnalazioni da parte dei cittadini, non esiste la manutenzione ordinaria. Un esempio su tutti è il tratto Punta Secca-Torre di Mezzo: non mi riferisco solo alle condizioni del manto stradale (buche e altro), ma all’intero asse, dove fanno sfoggio di sé rifiuti, bottiglie, recinzioni abbattute. Più in generale, lo spazzamento è un miraggio, l’illuminazione pubblica è carente così come la segnaletica verticale ed orizzontale. Inoltre i servizi pubblici di mobilità, tanto reclamati nel programma elettorale del sindaco, sono inesistenti malgrado le congrue entrate della tassa di soggiorno che verranno quasi sicuramente impegnati negli spettacoli estivi”.
“La situazione della fascia costiera è critica – dice il consigliere di Insieme per Santa Croce – e veder esultare il sindaco per l’installazione di una semplice pensilina di sosta è deprimente. I cittadini pretendono rispetto. Chiedono che vengano garantiti loro i servizi pagati profumatamente. Chiedono meno selfie e più impegno. Governare una comunità è un mestiere difficile – conclude Mandarà -, per esserne all’altezza occorrono competenza e senso della misura e, soprattutto, occorre lavorare ponendo al primo posto la coesione e il bene comune, non il proprio ego. Anziché ricorrere ai social come megafono di una propaganda sterile, il sindaco dovrebbe utilizzare il suo staff di esperti – pagato dai contribuenti – per comunicare le cose importanti. Altrimenti gli sarebbe bastato assumere un fotografo”.