Servizio idrico: i calcoli del sindaco Dimartino. Ma c’è la beffa del Pnrr
Tra buone e cattive notizie finalmente siamo giunti all’epilogo della storia infinita sul passaggio dalla ditta Mediale a Iblea Acque.
Iniziamo delle buone notizie: la mia caviglia rotta si è quasi sistemata e ho potuto finalmente salire le scale per parlare con il sindaco Dimartino e scusate se è poco! L’altra buona notizia è che, almeno dall’esempio fatto dal sindaco, già dalla prossima bolletta ci sarà un risparmio di circa il 30%. Nell’esempio specifico, una bolletta da 594 euro, togliendo la voce ammortamento opera e altre voci, costerà 373 euro. Davvero una buona notizia, aggiunta al fatto che finalmente il cittadino avrà a disposizione uno sportello per comunicare con la nuova gestione come ci racconta Dimartino, che nella sua posizione “privilegiata” quale componente, insieme agli altri comuni del consiglio di amministrazione, sia dell’ATI idrico che di iblea Acque, ha preteso fosse aperto. Sembra un cambio epocale e tutto a favore del cittadino stesso. Sarà così? Ai posteri l’ardua sentenza come diceva qualcuno.
La cattiva notizia è che la società non fa parte dei 33 comuni a cui sono stati assegnati i fondi del PNRR quindi alcuni progetti come, per esempio, la sostituzione dei contatori per entrare di fatto nel mondo della digitalizzazione, devono essere se non accantonati, quantomeno rinviati. Ma a non voler vedere il bicchiere mezzo vuoto, bisogna dire che il progetto è stato ammesso ma non ha raggiunto il punteggio necessario per accedere al finanziamento di ben 47 milioni di euro. Come spiega il sindaco, però, le somme non sono state perse, perché per perdere qualcosa bisogna averlo. Per il resto non tutti i progetti presentati vengono finanziati, tant’è che su 170 solo 33 sono stati accolti. Gioca molto il criterio di assegnazione del punteggio, che va in base al territorio e a tanti altri fattori. La società comunque ha già presentato la richiesta di rivalutazione dell’assegnazione punti, e speriamo in un ripescaggio! Tutto il territorio ci spera perché gli investimenti producono lavoro.