Case abusive, Agnello non riceve Frasca. “Anestetizza la democrazia”
Un altro due di picche per l’ex assessore Filippo Frasca, che dopo il rifiuto del sindaco a un tavolo di concertazione sul tema della sicurezza, aveva cambiato referente, affidando al presidente del Consiglio Luca Agnello la richiesta di una convocazione. Il segretario cittadino dell’Udc avrebbe voluto parlare di case abusive e dell’utilizzo improprio dell’aula consiliare, ma ha dovuto accontentarsi di una risposta per iscritto. Motivata così: “Dall’esame del quadro normativo di riferimento – ha evidenziato Agnello replicando all’invito di Frasca – non sovvengono ipotesi di funzioni del Presidente del Consiglio Comunale di sviluppare incontri di qualsiasi tipo con rappresentanti di partiti politici peraltro neanche presenti in Consiglio Comunale (…) Accettare l’invito nella forma proposta e nel ruolo sarebbe istituzionalmente non previsto e non corretto”.
Agnello tuttavia ha fornito alcune delucidazioni nel merito delle problematiche sollevate: “La chiamata in causa del Consiglio Comunale in tema di abusi edilizi, è prevista dal comma 5 dell’art.31 del DPR 380/2001 che così recita: “L’opera acquisita (al patrimonio comunale n.d.r.) è demolita con ordinanza del Dirigente o del Responsabile del competente ufficio comunale a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”. Nel corso del 2018 quando Lei era autorevole Assessore e Vice Sindaco, la Sua amministrazione – ricorda Agnello – commissionò con appropriato compenso al prof. avv. Felice Giuffrè apposito parere legale pro veritate per dirimere e fare luce sulla problematica. Pertanto La invito a rileggere tale parere legale ove presumo troverà le risposte ai suoi interrogativi”.
Sull’utilizzo improprio dell’aula del Consiglio comunale, evidenziato da alcune foto maldestre pubblicate sui social (e poi rimosse) da parte di chi non riveste ruoli istituzionali, Agnello precisa che “la sala dove si svolgono le sedute consiliari, per prassi appellata aula consiliare, assume valenza istituzionale per la fattispecie che riguarda la mia funzione, solo quando si svolge il Consiglio Comunale e in tale occasione ne sono tutore e responsabile del corretto utilizzo. Le rammento che da sempre tale luogo è stato inoltre occasioni di svariati convivi quali assemblee di categoria, sindacali, cene di S. Giuseppe, celebrazioni di ricorrenze e pensionamenti con rinfreschi e ristorazione, occasione di auguri per Natale e Pasqua ed altro ancora, eventi che di certo non possono essere annoverati come istituzionali. In tali occasioni eventuali comportamenti personali censurabili o di stile non adamantino, assumono il carattere della maleducazione che si ripercuote sugli autori”.
La replica di Frasca arriva in una nota recapitata, per conoscenza, anche ai capigruppo consiliari e al comandante del Vigili Urbani. “Le argomentazioni da Lei addotte – scrive rivolgendosi ad Agnello – non rendono giustizia, in questo preciso caso, alla carica che Lei riveste e alle aspettative di tanti cittadini ad avere informazioni in merito. (…) In merito al fatto che non siamo rappresentati in Consiglio, non ci sfiora l’idea che possa trattarsi di una Sua latente esternazione discriminante, ma sarebbe interessante capire se da oggi in avanti, Lei, a questo punto, non interloquirà istituzionalmente con partiti autorevoli, associazioni, movimenti o altri soggetti che ne faranno richiesta se, non rappresentati in Consiglio Comunale o a prescindere dall’esserlo. La città, illustre Presidente, non è rappresentata solo dai Consiglieri che siedono sugli scranni e di questo, anche Lei, deve farsene una ragione”.
Sul tema delle case abusive, Frasca sceglie di non entrare nel merito “perché ho già compreso che nulla ad oggi, la S.V. ha posto in essere. Il suo riferimento mio trascorso amministrativo – obietta l’ex assessore – è una tegola che le si rivolta contro, poiché, un “veterano della politica locale” come Lei, che da almeno 10 anni calca la presenza al Consiglio Comunale, dovrebbe ricordare che lo scrivente né da assessore e né da Vice Sindaco ha mai avuto le deleghe utili per trattare l’argomento, senza tenere conto che non ero Consigliere e quindi “inamovibile”, ma amministratore “defenestrato” due volte – come usa dire qualche altro amministratore – forse e probabilmente proprio perché cercavo di toccare questi ed altri temi. Invece lei, in quel periodo, rivestiva la carica “inamovibile non defenestrabile” di consigliere di opposizione, ruolo “competente per materia” a trattare l’argomento in parola, che vedo ancora oggi non approdare a chiare spiagge. Si informi almeno Presidente, se l’amministrazione e/o i Vigili sono entrati in possesso degli immobili da demolire e/o se li hanno affidati a chi magari ancora li occupa; ricordando che questa è materia di competenza del Consiglio e dopo anni di tergiversare, è pregato al più presto a dare contezza dell’operato dell’assise”.
Sull’altro argomento, relativo all’utilizzo improprio dell’aula consiliare, “lei è colui che deve sapere sempre cosa accade in quella sala e per cosa viene utilizzata. Se qualcosa gli è sfuggito, faccia ammenda perché non capiti più”. “Nel ritenermi inaspettatamente deluso per la Sua scarsa capacità di dare giusta valenza istituzionale alla carica che ricopre – conclude Frasca – colgo nel Suo audace tentativo di dare una risposta plausibile, lo sforzo per mistificare l’imbarazzo per aver negato, ciò che il buon senso gli avrebbe dovuto suggerire concedere. I giorni della responsabilità sono arrivati e chi deve assumersi l’onere di decidere sarà chiamato a farlo e Noi vigileremo affinché questo avvenga presto e subito! Con questa Sua risposta, non è riuscito ad interpretare in maniera propositiva e aggregante quel ruolo che spesso in passato anche Lei ha auspicato tenessero altri Presidenti e la esorto a soprassedere in futuro di comunicare in “burocratese” perché può far rilevare più la Sua incapacità a fornire risposte piuttosto che la Sua sapienza nel modus operandi di rivestire certe cariche; il Presidente è il garante del dibattito democratico all’interno del consiglio e deve fare di tutto per fornire ai consiglieri momenti di confronto e assunzione di informazioni perché le idee e le convinzioni dei singoli consiglieri si formano meglio in questo modo; purtroppo il Suo comportamento in questo caso è risultano un freno anestetizzante delle istanze che provengono dalle forze politiche e dalla città”.