Il treno dei sogni infranti: il reading teatrale sulla tragedia della Shoah
Domenica 3 luglio, presso il giardino di Villa Fortugno, a Ragusa, si è tenuta la terza edizione dell’evento “L’arte sposa la cultura”, organizzato dal Moica, donne attive in famiglia e società, sezione di Ragusa. Un appuntamento che è diventato imperdibile per gli amanti del teatro, dove è stato realizzato un reading teatrale tratto dal monologo di Caterina Cellotti, dal titolo “Il treno dei sogni infranti”. A inscenarlo, tre talentuosi attori: Giuseppina Vivera, Marianna Occhipinti e Benedetto Guardiano, con la supervisione di Cristina Gennaro.
Il testo della Cellotti narra la vicenda di una bimba ebrea che ha vissuto il periodo più buio della storia della prima metà del ‘900: la deportazione nei campi di sterminio. Senza scendere in dettagli troppo cruenti l’autrice si è soffermata sul flash back. Lo scenario iniziale è quello di una stazione ferroviaria, dove la protagonista si reca quotidianamente in una sorta di rituale che per lei è diventato vitale, in attesa di qualcosa che sente accadrà. Un luogo che la rimanda indietro nella memoria, quando il treno è diventato il mezzo che ha decretato la fine della sua esistenza normale. Strappata al padre ed ai fratelli, rimasta sola con la madre si trova in un luogo di disperazione e strazio dove assisterà a vicende, apparentemente inspiegabili ai suoi giovani ed ingenui occhi. Lì troverà persone che, come lei, vivono l’angoscia della separazione dalla loro vita e si ingegnano per sopravvivere, nonostante tutto. Perderà la madre e un amico a cui si era affezionata, sarà sul punto di lasciarsi andare, ma giungerà il momento della liberazione. Anche se la sua esistenza non riprenderà com’era stata in passato, perché macchiata da gravi perdite, divenuta donna continuerà a sperare che qualcosa di buono possa ancora accadere. E così sarà, alla fine, perché l’autrice ha voluto lasciare acceso un lumicino che conduce alla speranza, che premia chi ha creduto fino in fondo. Ma il vero pregio di questa storia risiede nel narrare una vicenda in cui il fatto storico nefasto funge da cornice, che scorre nella narrazione dei recitanti risvegliando nella memoria di chi ascolta ricordi di un passato troppo noto per essere dimenticato.
Ad introdurre lo spettacolo è stata la presidente del Moica, Anna Ottaviano, che ha curato, altresì, i costumi e la scenografica tela con un treno da lei stessa disegnata per l’occasione. La giornalista Antonella Galuppi ha spiegato, al numeroso pubblico intervenuto, i tratti salienti della vicenda narrata. Ad abbellire il contesto con le loro opere, gli artisti Giorgio Distefano, Vincenzo Da Ragusa, Maria Carmela Occhipinti, Marcello Migliorisi, Rosanna Criscione, Rita Iacono, Maria Stracquadanio, Guido Cicero, Luciano Piccitto.