Rifiuti, abbandono e degrado: un territorio ferito a morte VIDEO
Una fontanella staccata e riversa per terra; la munnizza a ogni angolo; i giochi per bambini sepolti dalle erbacce; il materiale di risulta accatastato; le radici degli alberi mozzati che riemergono dall’asfalto. Piazza Favorita, a Casuzze, lascia senza fiato.
E’ l’emblema di un degrado sconfinato. Che attacca il cuore nevralgico di Santa Croce (la fontana di piazza degli Studi), intacca le periferie (su tutte Fonte Paradiso e il piazzale della Solidarietà) e si estende sulla fascia costiera, ricca di meraviglie e di vergogne. Persino a Punta Secca, meta dorata del turismo nostrano, dove la spiaggia del Palmento è sfregiata in più punti da sacchetti abbandonati, bottiglie e scarti edili. Mentre a Punta Braccetto rimaniamo di stucco di fronte alle rovine di un immobile confiscato alla mafia nel 2011, che sorge in via della Colombara, a pochi metri dal mare, che il Comune di Santa Croce vorrebbe trasformare in una casa rifugio per le donne vittime di violenza (coi soldi del Pnrr). Nel frattempo sta cadendo a pezzi.
Torre di Mezzo è infestata da bottiglie vuote, ordinatamente (sic!) riposte in sacchetti di plastica che oscurano la vista. Tra Caucana e Casuzze non mancano i punti ciechi a causa dell’erba alta. In via Venezia un pezzo d’asfalto è sprofondato. La segnaletica è accasciata e sbiadita. Gli accessi al mare talvolta ostruiti. Il confine tra legalità e sopruso è assai labile.
L’offerta ai visitatori – ancora pochi, per fortuna – è un’immagine non all’altezza del paese che vorremmo essere. Che a fa pugni col potenziale storico e paesaggistico di un territorio molto esteso, e quasi impossibile da controllare. Il degrado ha mille volti: la cultura delle persone, il monitoraggio degli organi competenti, la serietà delle sanzioni. Aspetti che da almeno un decennio non si riesce a incastrare. Il risultato è sotto i nostri occhi: un fiume di indignazione (ma non più di sorpresa). Possiamo scegliere di voltarci dall’altra parte, o pretendere uno scatto di coscienza civica e collettiva. CLICCA QUI E GUARDA IL VIDEO