Erbacce al cimitero: Pina Cocuzza contro sindaco e dirigente
“Egregio signor Filippo Barone, responsabile dei servizi cimiteriali. Apprendo, stamani, direttamente dalla sua voce, che così come per guidare un’auto occorre prendere la patente, anche per entrare al cimitero e non incorrere in denunce penali è indispensabile la conoscenza del regolamento cimiteriale”. Comincia così la lettera indirizzata da Pina Cocuzza al geometra Filippo Barone, e per conoscenza al sindaco di Santa Croce, Giovanni Barone, e al nostro giornale. La Cocuzza riannoda i fili del discorso, tornando al 23 giugno 2021, quando dopo aver segnalato un disservizio presso il cimitero comunale “mi sono ritrovata al comando di polizia municipale accusata di avere inviato foto in un luogo dove erano vietate”.
“Quindi stamani – riprende la Cocuzza – onde evitare lo stesso errore, a voce le ho segnalato che l’erba era di nuovo ricresciuta e ricordandole che le foto al cimitero sono vietate, ho appreso che la denuncia era necessaria perché, come per le regole stradali, era necessario conoscere il regolamento cimiteriale e non incorrere in sanzioni. Si deve avere la “patente”. Però, egregio dirigente, l’istruttore per la patente di guida mette a disposizione dell’allievo tutto il materiale necessario, mentre a oggi a me non risulta che questo regolamento sia facilmente consultabile e non è esposto davanti ai cancelli nessun divieto a fotografare. Detto questo, vorrei dirle che alla morte di una persona cara, l’unica patente che viene consegnata è quella del dolore e l’unico comma del suo regolamento è quello di poter entrare in un luogo dove i resti terreni delle persone amate in vita, possano riposare non in mezzo alle erbacce, ma in un luogo che sia ordinato e dia un senso di pace anche ai vivi”.
“Ringrazio il sindaco Giovanni Barone che ha assistito a tutta la discussione e da me invitato a intervenire, ha gentilmente risposto che era impegnato in altri importanti affari – conclude la Cocuzza -. Grazie sindaco, che affermi che di te ho una impressione errata e quindi avendone certezza non merito la tua attenzione e con me tutti quelli che si aspettano, quando vanno a trovare i propri defunti, in un periodo che non sia la festa a loro dedicata un luogo pulito e accogliente”. Non manca, infine, un post scriptum: “Egregio dirigente, essendo orgogliosamente figlia di contadino, le comunico che basterebbero pochi interventi mirati per evitare il proliferare di erbacce perché mi rendo conto che lei la patente di contadino malgrado sono anni che si occupa del settore cimiteriale, ancora non è riuscito a prenderla. Metterò a conferma di come il decoro urbano non faccia parte della vostra forma mentis la foto della fontana di piazza degli studi, dove non ci sono divieti a fotografare, ma che offre lo stesso indecoroso modello con l’aggravante che quella piazza è frequentata dai vivi ma soprattutto da bambini”.