Il pranzo di Natale all’oratorio diventa un caso: “Non era vietato?”
Il pranzo di Natale organizzato il 25 dicembre all’oratorio Monsignor Di Quattro, con la presenza del sindaco Barone, diventa un caso politico. E’ stata presentata, infatti, un’interrogazione firmata dai consiglieri d’opposizione, che chiedono lumi su un evento costato alle casse del Comune 1.600 euro e che, fra l’altro, si sarebbe svolto in un contesto ‘borderline’, alla luce dell’ultimo decreto entrato in vigore alla vigilia di Natale, che espressamente prevede il “divieto di organizzare o partecipare a feste private, pranzi o cene all’aperto o al chiuso per centri culturali, centri sociali e ricreativi”. Nella proposta di deliberazione del 22 dicembre, che viene approvata il giorno dopo in giunta, l’Amministrazione manifesta l’intenzione di organizzare il pranzo “in favore di cittadini deboli e vulnerabili” e alla luce di un summit operativo col parroco e con i funzionari dell’ufficio Servizi Sociali, comunica di aver individuato “un luogo idoneo (…) nel quale tutti possano ritrovarsi come in una grande famiglia e vivere un momento di convivialità e fratellanza”. Peccato che il 24 arrivi la stretta del governo nazionale. La festa, come documentato da alcune foto scattate all’evento, viene confermata. Ed è su questo che prova a fare luce l’interrogazione.
Nella nota, firmata e protocollata oggi, i consiglieri Mandarà, Galuppi, Zisa, Cappello, Giavatto e Agnello (anche a nome dei colleghi di Liberi di Scegliere, Schembari e Gambino), chiedono di sapere se “considerata la crescita notevole dei contagi, sono stati verificati i green pass, i distanziamenti e il corretto uso delle mascherine”, ma anche “con quale criterio sono stati scelti i soggetti “bisognosi e fragili” e se esiste un elenco redatto dall’ufficio, e nel caso esistesse, i sottoscritti consiglieri chiedono espressamente di conoscerlo”. Infine: “quale criterio ha indotto l’amministrazione a prevedere lo stanziamento di una somma di euro 1.600 per l’organizzazione del “Natale in compagnia”? Sono stati prodotti preventivi, fatture e quant’altro?”. L’interrogazione verrà inserita all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale.