Consiglio: braccio di ferro sulla palestra Loris. E gli animi si surriscaldano
L’uscita di scena plateale del sindaco, dopo una serata trascorsa a parare attacchi, è stata la fotografia della seduta del Consiglio comunale di ieri sera, convocata dal presidente Piero Mandarà per coinvolgere i consiglieri sul tema dell’ordine pubblico e della sicurezza. L’unica certezza consegnata all’aula è l’incontro fra il primo cittadino e il prefetto, in programma oggi alle 16. Anche se le richieste sono già note: in primis, la concessione di una pattuglia fissa delle forze dell’ordine in orario notturno. Che non basterà ad acuire un fenomeno ormai debordante, che – come sempre – rischia di essere archiviato a distanza di pochi giorni. O, ancor peggio, derubricato a fenomeno isolato a cura di qualche esagitato. Scommettiamo che sarà così anche stavolta?
Durante le comunicazioni, inoltre, è stata letta la nota del consigliere comunale Luca Agnello, relativa al servizio idrico e al contratto in scadenza con la Mediale (ma nel 2023). Il sindaco Barone ha ribadito il proprio impegno affinché l’acqua torni pubblica – qui ci sarebbe da aprire un enorme capitolo per capire quali ricadute potrebbe avere la scelta sulle casse del Comune e sugli eventuali contenziosi in atto – ma fra due anni potrebbe non esserci più lui a palazzo di Città. Nella missiva il capogruppo di Liberi di Scegliere aveva chiesto di “porre in essere tutti gli strumenti necessari affinché si possa fare chiarezza sulla situazione attuale della gestione del servizio idrico integrato, entro e non oltre la fine del mese di novembre, mitigando il rischio che questo tema possa diventare, di nuovo, cavallo di battaglia (zoppo) della prossima campagna elettorale”.
Gli animi, però, si sono infervorati durante il dibattito relativo all’affidamento della palestra Loris, e all’Avviso emanato dall’Amministrazione comunale, che non ha tenuto conto dell’esigenza del Consiglio di rivedere i requisiti per l’assegnazione. I dubbi erano stati espressi alcuni mesi fa, in sede di bocciatura della delibera. L’atto, però, è stato ripresentato e adottato dalla giunta come se quei dubbi non fossero mai stati espressi, svilendo così il ruolo dell’assise. Di fronte agli attacchi dei consiglieri comunali – alcuni legati anche alla trasparenza amministrativa – il sindaco ha provato a difendersi, rivendicando la paternità della scelta e chiedendo conforto agli uffici. Il presidente, che inizialmente non aveva ritenuto di dover concedere la parola al dirigente incaricato, come da richiesta del primo cittadino, ha fatto imbizzarrire Barone, che prima ha chiesto al segretario di verbalizzare la mancata concessione, e poi ha lasciato i banchi del Consiglio, accomodandosi fra il pubblico, palesando il dissenso in maniera plateale. “Sono i consiglieri a dover chiedere il conforto degli uffici, non il sindaco – ha ripetuto Mandarà – Lei qui è un ospite. Non può decidere a chi dare o togliere la parola”. Già in precedenza il presidente del Consiglio aveva sottolineato la “mancanza di rispetto” verso gli atti e le mozioni approvate dai consiglieri, di cui il sindaco “non ha mai tenuto conto”. Uno scontro in piena regola.
Al termine dei vari interventi, l’aula ha approvato con 7 voti favorevoli e 2 astenuti (Candiano e Gravina) la proposta di revoca dell’avviso per l’assegnazione della palestra, che prevede – inoltre – la riformulazione dei criteri d’assegnazione e un ritorno in aula per il via libera definitivo.