La palestra è un caso. Le opposizioni sbottano: “Non siamo in dittatura”
“Oltre proclami, selfie, comunicati e inaugurazioni di sorta, esiste l’attività amministrativa ordinaria che pochi conoscono ma che è giusto far presente alla città per rendere più chiaro ai cittadini con chi abbiamo a che fare”. Lo scrive il consigliere comunale Luca Agnello, che torna sullo schema di contratto di comodato d’uso per l’affidamento della palestra Loris e spiega come “a febbraio, il Consiglio, ad ampia maggioranza, bocciò una proposta dell’Amministrazione su un atto giuridicamente da sempre di competenza dell’organo consiliare (a detta anche del Sindaco). In questi mesi, invece che presentare una nuova proposta, recependo magari i suggerimenti del Consiglio comunale (incluso l’adeguamento e sistemazione dell’impianto interessato), sindaco e giunta al seguito, decidono di deliberare da soli infischiandosene delle regole. Senza entrare neanche nel merito della proposta in questione, riteniamo questo atto una offesa al Consiglio comunale, calpestato dal suo ruolo rappresentativo e istituzionale con l’ennesimo atto dittatoriale della giunta e del Sindaco”.
“Continuiamo ad assistere in questi ultimi 4 anni – conclude Agnello – a una evidente degenerazione e impoverimento della cultura amministrativa, dove l’etica del giusto e del rispetto delle regole hanno lasciato spazio all’approssimazione consentendo tutto e il contrario di tutto; una situazione gravissima che non può essere più tollerata ma doverosamente fermata. Auspichiamo se necessario anche l’intervento della deputazione regionale iblea affinché, attraverso gli organi ispettivi, si possano tutelare i principi democratici e i ruoli istituzionali mettendo così un freno alla deriva antidemocratica e politico-amministrativa di Santa Croce”. Inoltre, “confidiamo nel ruolo del Presidente del Consiglio a garanzia e difesa dell’onorabilità di tutta la rappresentanza Consiliare espressione diretta della volontà popolare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del gruppo cittadino di Articolo Uno, che si rivolge al presidente del Consiglio, Piero Mandarà, “affinché non si limiti a fare da maggiordomo al sindaco ma tuteli a tutti i livelli il ruolo e le competenze dell’organo che rappresenta”. “Ancora una volta – spiegano i rappresentanti del partito di centrosinistra – nel caso della gestione della palestra comunale, il potere arrogante batte il libero esercizio democratico; le decisioni del Consiglio comunale, massimo organo istituzionale locale, vengono calpestate e non considerate. Non si può rimanere ad assistere senza reagire. Se esiste una decisione del massimo organo della rappresentanza cittadina il Sindaco ha il dovere di accettarlo non di decidere motu proprio in maniera illegittima e autoritaria. Non siamo in dittatura”. In coda l’ennesimo richiamo: “Ma la volete finire di violare continuamente le regole democratiche? Da oggi vigileremo ad oltranza e tutti gli organi deputati a cominciare del segretario comunale fino alla Regione e al Prefetto dovranno rendere conto all’opposizione e alla città”.