Giavatto replica al sindaco: “Il suo obiettivo era spaccare la coalizione”
“Mi viene da vomitare dopo aver letto le ‘panzane’ del sindaco di Santa Croce: in questi anni si è rivelato l’elemento divisivo per eccellenza. Il suo unico obiettivo era portare scompiglio all’interno di una maggioranza larga, che era stata costruita con enormi sacrifici, lealtà e onestà”. L’ex vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Giavatto, di solito si tiene alla larga da microfoni e taccuini. Ma questa volta, di fronte alle accuse mosse pubblicamente dall’ex alleato, non resiste. Barone, in una precedente nota, ha dato addosso ai suoi ex assessori (Giavatto e Robusti), che lo hanno affiancato in molte delle sue decisioni e oggi si ritrovano dall’altra parte della barricata. “Il sindaco sostiene che “la gatta, quando non può raggiungere il lardo dice che puzza”. Mi verrebbe da rispondere a tono, ma la storia di un vecchio Samurai mi insegna che “quando qualcuno ti offre qualcosa in dono e tu non lo accetti, continua ad appartenergli”. L’ira, la rabbia, gli insulti, le bugie, le falsità, se non vengono accettati, appartengono a chi li pronuncia. Non voglio farmi contagiare dal loro veleno”.
Tuttavia quel “pezzo di lardo” a Giavatto non va giù. Così il consigliere comunale di ‘Ripartiamo Insieme’, anziché rispondere a tono, ribatte con la stessa moneta: “Un proverbio che si addice a questa situazione recita: ‘u lupu di mala cuscienza, comu opera accussì pensa’. Il sindaco ci dica apertamente e liberamente di quale lardo parla… Forse gli appartiene? Sul tema della farmacia comunale, se ha un briciolo di coscienza, questa dovrebbe divorarlo: soltanto lui sa cos’ha fatto per rendere “nullo” il nostro lavoro. Tanto che, persino in pubblico, sosteneva che finché ci sarebbe stato lui, Santa Croce non avrebbe mai avuto la terza farmacia. Era una farneticazione o non l’abbiamo capito solo noi? Sulla Mediale, invece, ha adottato ogni scusa per non realizzare uno sportello dedicato ai cittadini. Infine, sulla illuminazione pubblica, preferisco stendere un velo pietoso. Magari, un giorno, spero che sia la magistratura a rimuoverlo, illuminandoci sui motivi che hanno portato l’ex segretario Francesco Piro ad andarsene da Santa Croce”.
L’ex vicesindaco, poi, contrattacca sulle opere: “Il canale di gronda è l’unica su cui il sindaco può esercitare il proprio egocentrismo e assolutismo, snaturato e mutilato. Che dire, invece, del refettorio scolastico, il sogno dei suoi sogni, che solo lui conosceva e conosce? Quando non si ha alcuna credibilità fra la gente, ma solo fra i propri galoppini, è meglio tacere. Consiglio al dio-sindaco di mostrare le proprie capacità amministrative con la sua squadra nuova di zecca. Fra due anni ci ripresenteremo ai cittadini, ognuno con la propria dignità, per essere giudicati. Infine rivolgo un sincero augurio al nuovo esperto di comunicazione, chiamato dalla razza estinta della mitologia, come un Titano, un Gigante, un Ciclope, per comunicare, ma anche e soprattutto per difenderlo”.