Un medico: “La vita si misura con l’amore. Ma c’è troppa gente in giro”
La vita non serve se non si serve, se non si misura sull’amore. Questo ha detto il Papa ed è un pensiero di tutti coloro che possono imparare dal dramma di questa pandemia. Oggi più che mai dobbiamo impegnarci ed essere prudenti: lo dobbiamo a noi e agli altri. La vita che stiamo vivendo ormai da più un mese è ricca di paure e ciò dovrebbe indurci a percepire il “pericolo”, cercando di evitarlo. Tutti i giorni c’è gente che, come me, pur rischiando il contagio, esce di casa per andare a lavorare, per garantire i “servizi essenziali”. Ogni mattina esco di casa, ma noto con immenso dispiacere, che c’è ancora troppa gente in giro che ci sta dando un vero e proprio spettacolo in chiaroscuro. Faccio il medico e opero, tutti i giorni, in condizioni precarie perché il Coronavirus ha letteralmente stravolto la vita di ciascuno di noi costringendoci a convivere con senso di insicurezza e di smarrimento, ma continuo a lavorare per tutti voi…noi! Non dovrebbe esserci bisogno di nessun Decreto repressivo, ma dovrebbero essere il nostro buon senso e la nostra educazione ad indurci a rispettare quello che altri, con immenso sacrificio, stanno facendo per noi.
Ci vuole senso civico e a quelli a cui “non frega nulla” e continuano ad uscire più volte al giorno, adducendo le più svariate e creative scuse, chiedo cortesemente di stare a casa perché continuando ad uscire stanno erodendo la mia (…e la nostra) libertà! Tutti coloro che sono impegnati (a vario titolo) nell’emergenza Coronavirus, hanno bisogno di agire in una cornice di maggiore serenità, al riparo da futili preoccupazioni. E a chi, in questo periodo, continua imperterrito, a criticare le scelte altrui rispondo come ha scritto Francesco Ripa di Meana: “Nessuno di noi si sente un eroe, nonostante la durezza della realtà che stiamo affrontando quotidianamente. I manager assumono numerosissime decisioni in condizioni di estrema difficoltà e impensabili al di fuori dell’emergenza, a volte non potendo contare sulle piena disponibilità di ciò che servirebbe. Stiamo facendo il possibile, ma non possiamo essere considerati responsabili dell’impossibile”. Aiutateci a lavorare serenamente, restando a casa. È il momento per essere coraggiosi e responsabili. Avremo un nuovo inizio, nuove opportunità e una forza rinnovata. Oggi, però, è il momento di avere cura di se stessi e degli altri. (Concetta, un medico)