Il saluto dell’ex assessore Robusti: “Ci siamo fidati del sindaco sbagliato”
“Sono giunto al termine del mandato assessoriale con le deleghe ad Agricoltura, Borgate e Bilancio; scrivo perché mi sento in dovere di ringraziare ogni singolo cittadino e il mio gruppo di appartenenza, che con la sua “fiducia”, mi ha consentito di svolgere, all’interno del nostro comune, il ruolo di assessore. Guardando indietro nel tempo mi rivedo durante la campagna elettorale, rivivo l’entusiasmo di quei giorni, la voglia di fare, di cambiare, di farla rivivere… Credevo molto nella coalizione di appartenenza anche se variegata la ritenevo all’altezza, avevo tanta speranza e tanti sogni”. Comincia così la lettera aperta dell’ex assessore Adolfo Robusti alla città. “In questi anni ho cercato di essere all’altezza del compito – sostiene ancora Robusti -. Non è stato facile, non solo per la mia inesperienza o per i mille ostacoli burocratici, che rendono difficile anche la cosa più semplice; ma anche per i tanti intralci all’interno delle istituzioni e della stessa coalizione. Con il tempo ho capito che il gruppo “Santa Croce Rivive” non esisteva più e con lui quindi, neanche la possibilità di perseguire obiettivi comuni. Sono stati due anni difficili, in cui ho avvertito fortemente il senso di responsabilità”.
“Sono stato una spina nel fianco per molti – aggiunge l’ex assessore del gruppo Insieme – e credetemi avrei voluto ancor più essere opportunità di crescita per Santa Croce Camerina, ho fatto tutto quanto è stato nelle mie possibilità, per essere sempre a servizio della collettività, anche al di fuori delle mie deleghe, sono sempre stato a supporto delle nuove generazioni, portando a realizzazione ogni loro proposta e progetto. Non ho realizzato grandi opere, ma credo di avere umilmente servito il mio paese, che tanto amo, mantenendo fede ai doveri di imparzialità e di intangibilità. È stata un’esperienza magnifica che mi ha dato opportunità di crescita personale ed umana, ma ho anche acquisito una visione diversa del mondo che ti circonda, ho conosciuto l’onestà e il suo contrario, la lealtà e i mille volti degli esseri umani”.
“Ringrazio chi, all’interno dell’Ente svolge con impegno e abnegazione il proprio lavoro, supportando l’azione amministrativa in ogni sua fase. L’unica nota stonata di questa avventura è quella che ci siamo fidati del sindaco sbagliato. Abbiamo sprecato il nostro lavoro e il nostro tempo. Ci rivolgiamo soprattutto ai cittadini: non fidatevi di chi mette sempre se stesso al primo posto, calpestando tutto e tutti anche chi gli ha permesso di raggiungere il suo obiettivo, “diventare primo cittadino”, per poi circondarsi di chi non gli ha dato neppure un voto, non mantenendo fede al volere dei cittadini. Non prestatevi al gioco di chi non rispetta la parola data, perché inadeguato. Concludo questo percorso, ringraziando quanti hanno creduto in me, ringrazio la mia famiglia, mia moglie e mio figlio, ai quali ho rubato non poco tempo, ma anche quanti, con i continui intralci, mi hanno motivato a proseguire con orgoglio. Quando si esercita con lealtà il proprio ruolo, qualunque esso sia, si rischia l’emarginazione e l’antipatia di molti. Essere se stessi, avere il coraggio di difendere le proprie opinioni, andando controcorrente, rappresenta agli occhi di molti, ma non tutti, un grande limite, anziché una grande risorsa. Non sarà questo, tuttavia, a scoraggiarmi: da domani rimetterò insieme tutte le mie energie e continuerò ad essere di supporto al mio gruppo per svolgere opposizione sempre e comunque per il bene del paese e della collettività”.
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Il Sindaco, la parola e dentro il Piatto(che si mangia bene) quanto non quadrano i conti tutto e finito.
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