Si fingono dell’Asp e derubano anziane signore: arrestate due donne
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha tratto in arresto Fiaschè Giuseppina nata a Siracusa, classe ’99, e Crescimone Veronica nata a Siracusa, classe ’89, entrambe residenti in provincia di Siracusa, per furti aggravati commessi ai danni di donne anziane, con l’ulteriore aggravante di essersi finte Pubblici Ufficiali dell’ASP. In primavera ed estate di quest’anno, gli uomini della Polizia di Stato avevano registrato numerosi furti consumati ai danni di anziane signore con lo stesso modus operandi. Le vittime narravano di aver ricevuto visite in casa da parte di una o due donne che si presentavano come medici dell’ASP e che dovevano effettuare una visita medica per la pensione e l’esenzione dal pagamento del ticket. Le anziane signore, frastornate dalle tante parole di queste due donne apparentemente distinte, si fidavano delle loro aguzzine facendole entrare in casa. Una volta all’interno dell’abitazione le complici procedevano ad effettuare un’anamnesi facendo finta di appuntare il tutto su un fantomatico libretto sanitario che avrebbero rilasciato al termine della visita medica. Dovendo quindi procedere alla visita invitavano le vittime ad andare in bagno e spogliarsi togliendo ogni oggetto in oro, comprese le fedi nuziali. Nelle more dell’assenza delle vittime, le due donne cercavano altri oggetti in oro e denaro nelle stanze ed al ritorno della signora erano già sparite. In alcuni casi quando non trovavano nulla aspettavano il ritorno delle vittime per farsi consegnare denaro con la scusa di dover pagare alcune somme per ottenere il rimborso delle spese mediche.
Le due donne erano specializzate in furti e truffe, tanto da annoverare numerosissimi precedenti penali dello stesso tipo. La Squadra Mobile di Ragusa ha subito dato avvio ad un’indagine complessa e difficile anche per la mancanza di denunce da parte delle vittime che spesso, sentendosi in colpa per aver dato fiducia a due estranee, non denunciano per vergogna. Nonostante tutto, grazie alla collaborazione di tre anziane signore, si è riusciti a far luce su altrettanti furti. Le due complici ogni volta che entravano in casa fingevano di compilare un libretto sanitario (poi rivelatosi un normale quaderno). Da questa descrizione della dinamica dei fatti, gli investigatori hanno richiesto l’intervento della Polizia Scientifica che dopo accurati controlli ha rilevato un’impronta palmare su uno dei quaderni lasciati in casa di una delle anziane. Da quell’impronta si è risaliti all’identità di una delle complici ma bisognava individuare anche l’altra donna, pertanto la Squadra Mobile ha dato avvio all’analisi delle immagini degli impianti di video sorveglianza. Da questa analisi è emerso che le due complici “agganciavano” le vittime quando ancora fuori casa, seguendole da uffici postali e farmacie dove le anziane avevano poco prima comprato i farmaci. Erano così “gentili” da accompagnarle fino in casa ma questi movimenti sono stati tutti ricostruiti dai poliziotti della Squadra Mobile.
Dalle indagini è stato possibile risalire anche alla fiat panda bianca utilizzata per raggiungere la provincia di Ragusa e per guadagnare la fuga subito dopo i reati commessi. Al termine delle indagini tutte le fonti di prova sono state rassegnate alla Procura della Repubblica di Ragusa che ha valutato positivamente quanto raccolto dalla Squadra Mobile richiedendo ed ottenendo la misura cautelare a carico delle donne autrici dei numerosi furti aggravati. La scorsa notte 10 uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Ragusa si sono recati a Siracusa presso i domicili delle due donne al fine di dare esecuzione alle misure cautelari disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari. La truffa del falso medico per la commissione di numerosi reati di furto è purtroppo comune e miete ogni anno tante vittime sempre anziane e solitamente sole in casa. Queste criminali non hanno scrupoli ed approfittano dei punti deboli delle donne, tra questi sicuramente la solitudine e l’età avanzata che le portano a dare fiducia a chi si presenta alla loro porta di casa. È ricorrente per gli investigatori registrare una mancanza di denunce a fronte dei reati commessi dagli autori. Spesso le vittime di questa tipologia di reati non denuncia per paura di dover riferire ai figli di aver subito un reato in quanto si sono fidate di sconosciute o per vergogna di essersi fatte “fregare” (parole ricorrenti riferite dalle vittime).