In biblioteca prende forma il nuovo PRG. Barone: “Nuova spinta al turismo”
Il primo step per la revisione del Piano Regolatore Generale (il sindaco annuncia tempi brevi) si è tenuto ieri sera in biblioteca. L’Amministrazione comunale ha “convocato” la città per discutere insieme dello strumento urbanistico, ormai obsoleto, che sarà aggiornato nei prossimi mesi grazie all’impegno del progettista, l’ingegner Franco Poidomani, ai pareri del Consiglio comunale – che sarà l’ultimo a esprimersi per la sua approvazione – e ai suggerimenti e alle proposte di cittadini, associazioni di categoria e sindacati.
Nel solco della democrazia partecipata, sia il sindaco Giovanni Barone che l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Giavatto, oltre al presidente del Consiglio Piero Mandarà, hanno accolto decine di persone per discutere insieme sul da farsi. Sono state sviscerate le possibili soluzioni che riguardano il centro storico – da rivalutare – e la fascia costiera. Il sindaco Barone immagina “una Santa Croce dedita al turismo. Sarà un piano snello e democratico in cui i cittadini decidono cosa fare del proprio territorio. Non decide qualcuno al posto loro. Credo che l’approvazione del nuovo Prg non richiesta tempi lunghi. Partiamo infatti dalla proposta di uno schema di massima presentata otto anni fa, che l’attuale minoranza in Consiglio comunale aveva già votato. I principi sono gli stessi”. Andare d’accordo sui punti chiavi potrebbe snellire i tempi. Intanto la prima pietra è stata gettata.
Il presidente del Consiglio Piero Mandarà, nel corso del suo intervento, ha spiegato che “dovremo tornare al modello della città compatta ed ecosostenibile. Sarà fondamentale affermare il principio della perequazione, che permette ad aree che, in precedenza non lo erano, a essere dichiarate edificabili, a condizione che i proprietari ne cedano una parte per la realizzazione dei servizi o di un’opera pubblica al servizio della collettività. Inoltre – ha concluso Mandarà – occorre puntare con decisione verso il recupero dei centri storici, alla rigenerazione urbana (attraverso il recupero di aree abbandonate e la conversione degli edifici pubblici non utilizzati) e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.
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