Ragusa, “Tornerò dov’ero”: il libro di De Guevara sbarca al Caffè Letterario
Il potere della poesia ed il suo impatto in una società che sembra perdere sempre più i propri valori: questo l’argomento di discussione intrapreso durante la presentazione del libro di poesie di Pedro Luis Ladrón De Guevara, docente di Lingua e Letteratura italiana all’Università di Murcia (Spagna), dal titolo “Tornerò dov’ero”. Presso la sede del Caffè Letterario “Le Fate” di Ragusa, l’autore ha conversato con Giuseppe Traina, docente universitario, e Pippo Di Noto, poeta, evidenziando il messaggio che traspare dai suoi versi. “La parola messaggio è un po’ pericolosa – ha precisato De Guevara -, sembra creare dottrina. Un messaggio c’è ma è un urlo, il pericolo di una società che con la crisi ha perso un po’ di umanità”. I mass media si sono fatti e si fanno, spesso, ‘veicolo’ di avvenimenti di forte impatto sociale, come l’episodio, citato dallo stesso autore, in cui delle persone sotto l’ombrellone attendevano che il giudice facesse portare via quattro cadaveri di extracomunitari, che galleggiavano in mare, per tornare a farsi il bagno. Un’immagine di grande crudezza che fa percepire quanto le disgrazie altrui ci toccano poco o affatto. ‘Corpi di esseri umani non palpitano/ appaiono inerti, affogati nella ricerca/ del mondo che hanno visto sui canali/ di attraenti e suggestive televisioni’.
“E’ una poesia di protesta e di denuncia, soprattutto della nostra indifferenza rispetto al mondo – ha rilevato il Prof. Traina -. Le liriche di De Guevara sono efficaci perché colpiscono quegli aspetti della nostra vita su cui indugiamo. E’ una poesia visiva, attenta ai dettagli, ai colori. Lui possiede una visualità di secondo grado che potremmo chiamare ‘visualità indiretta’ poiché in certe sue poesie, lui guarda noi che, per esempio, vediamo lo schermo televisivo e da lì nasce la differenza, come se la poesia visiva riflettesse sulla visività stessa”.
Ma, se trattasi di poesia sociale, è in grado essa di giungere a destinazione e centrare il bersaglio? “La poesia sociale è una poesia di denuncia – ha aggiunto Pippo Di Noto – e se poi tra le righe c’è qualche linea guida che si può percorrere allora abbiamo raggiunto l’obiettivo. E’ chiaro che la poesia culturalmente ha un valore di nicchia però se la si fa esplodere utilizzando i social e le scuole si è in condizione di veicolare un messaggio forte, un urlo non senza speranza”. Cos’è, dunque, la poesia per Pedro Luis Ladrón De Guevara? “La poesia è semplicemente raccogliere quei momenti speciali della nostra vita che si riesce a trasformare, è il modo in cui si riesce a trasformare. L’amico Mario Luzi ci ha dimostrato che non ci sono parole che siano poesie, ma è la trasformazione di noi in poesia. La poesia deve servire per descrivere qualcosa che ci colpisce”.
Pedro Luis Ladrón De Guevara riesce, non solo a trasformare le parole ma sa, altresì, imprimere con l’obiettivo fotografico quei momenti che servono a dare completezza alle parole o a creare silenzi quando le parole sono superflue. Immagini del mondo ma anche dell’Italia di cui è innamorato: “Mia madre è la Spagna che mi ha generato, l’Italia è la mia compagna che ho scelto”.