Dimartino a Mandarà: “Giuda”. La replica: “Basta manie di protagonismo”
Storie tese e una frattura insanabile. L’ex assessore all’Ambiente Francesco Dimartino non ha ancora digerito la rimozione dal suo ruolo. E, all’indomani della prima puntata di “Prima di cena”, in cui abbiamo sollecitato il sindaco Barone sulla vicenda, ha scritto un post di fuoco contro il presidente del Consiglio Piero Mandarà, accusandolo di essere un “giuda” che si batte per il “potere assoluto” e che la revoca, firmata dal sindaco, non fosse altro che una sua richiesta.
ECCO IL POST DI DIMARTINO
Dopo aver glissato per qualche ora sull’argomento, Mandarà ha risposto: “Dimartino non è diventato assessore per grazia divina, ma perché il gruppo Insieme lo aveva voluto. Ma negli ultimi mesi lui ha totalmente ignorato il concetto di “fare squadra”, e non ha mai condiviso le sue decisioni e le sue scelte con chi lo aveva proposto per un posto in giunta. Noi lavoriamo per il bene della città e non ci interessano le sue manie di protagonismo”.
Ma ecco il testo integrale del comunicato:
Dal momento che la carneficina dei social network non risparmia nessuno e rischia di veicolare messaggi tendenziosi e privi di fondamento, ritengo opportuno intervenire per l’ultima volta – anche a nome del gruppo “Insieme” – sulla revoca dell’assessore Francesco Dimartino, per ricostruire quanto avvenuto.
Con un documento protocollato in data 30-01-2018, e indirizzato al sindaco Giovanni Barone, il gruppo “Insieme”, a cui fanno riferimento sei consiglieri comunali di maggioranza e l’assessore Frasca, ha chiesto la rimozione di Dimartino specificando di voler tener fede “all’impegno di un avvicendamento dei propri rappresentanti all’interno della squadra di governo”, così come stabilito in campagna elettorale e successivamente al voto dell’11 giugno 2017.
La tempistica con cui abbiamo formulato la richiesta è legata esclusivamente a un ragionamento di tipo politico, lo stesso che all’indomani del successo elettorale ci aveva portato – come gruppo – a indicare il nome di Francesco Dimartino per la composizione della nuova squadra di governo.
Dimartino non è diventato assessore per grazia divina, ma in seguito a un confronto e una concertazione di parecchie persone che, come il signor Dimartino, avevano tutto il diritto di aspirare al medesimo ruolo e possedevano le competenze per ricoprirlo in modo puntuale e professionale. La scelta maturata all’indomani del voto, invece, è stata dettata esclusivamente dalla voglia di riconoscere al signor Dimartino l’impegno profuso in campagna elettorale e privilegiare, rispetto all’interesse dei singoli eletti, il concetto del “fare squadra”.
Lo stesso concetto che il signor Dimartino, durante i suoi mesi da assessore, ha volutamente e più volte ignorato. Senza entrare nel merito del suo operato, su cui ogni cittadino santacrocese ha il diritto di esprimere un giudizio, l’ex assessore Dimartino non ha più garantito il suo gruppo, né in termini di proposte, né di scelte condivise, né di decisioni prese. Essere leali non vuol dire fare i servi né i camerieri. L’obiettivo del gruppo “Insieme” è il confronto quotidiano con le istituzioni, gli uffici, i cittadini, per governare al meglio delle nostre possibilità e risolvere i problemi. E non offrire una “vetrina” alle manie di protagonismo di un singolo assessore.
Che oggi Dimartino sputi veleno sui social e mi reputi l’unico artefice della sua rimozione, lascia il tempo che trova. Garantirsi cinque minuti di notorietà su Facebook e una manciata di like, da parte di gente che spesso non conosce le dinamiche dei fatti o di avversari politici che strumentalmente usano ogni mezzo per sparare a zero sull’Amministrazione o provare a spaccare la maggioranza, lascia il tempo che trova. Usare definizioni come “Giuda” o “Mangiafuoco”, parlare di “potere assoluto”, “zerbini” o “compromessi”, non servirà a riabilitarlo di fronte alla verità”.
LA RICHIESTA DEL 30 GENNAIO