Puccia: “I pescatori muoiono di fame”. Questione Gac: incontro con Pluchino
Il complicatissimo inverno che ci lasciamo alle spalle, fatto di mareggiate e piogge torrenziali, ha colpito duramente i pescatori di Punta Secca, ormai allo stremo. Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, inoltre, l’aula ha bocciato la proposta di adesione al Gac “Unicità del Golfo di Gela”, che avrebbe permesso al nostro Comune di attingere a fondi europei destinati alle attività produttive riguardanti la pesca. Il progetto, per il quale hanno fatto richiesta anche i comuni di Vittoria e Acate, non è stato ritenuto consono dal consigliere Rosario Pluchino, che qualche giorno fa aveva fornito le ragioni della sua battaglia per il no: “Il Gac in questione si basava su una clausola di esclusività che avrebbe impedito al comune di Santa Croce, che certamente non vive di pesca, a poter aderire ad altri Gac, sicuramente più adatti alla struttura economica del nostro territorio – aveva dichiarato l’esponente di #DiventeràBellissima -. Sarebbe stata una cambiale in bianco. A Santa Croce ci sono undici di licenze di pesca, e chi ne usufruisce non vive di sola pesca”.
LA REPLICA DEL SINDACO – Queste parole hanno provocato la reazione del sindaco e dei pescatori. Il primo cittadino Franca Iurato ha replicato via Facebook: “Le motivazioni addotte per la bocciatura, cioè il fatto che il paese conta un numero piccolissimo di pescatori e perché la nostra è di base una zona agricola, sono davvero molto fragili, perché non sta scritto da nessuna parte “il GAC è per i pescatori”. Sarebbe stato importante aderire a questo gruppo, perché avremmo potuto intercettare fondi utili per tutto ciò che riguarda la fascia costiera che, smentitemi pure, non implica solo l’attività di pesca”.
L’INCONTRO DI PUNTA SECCA – Vincenzo Puccia, uno storico pescatore santacrocese che ormai è costretto far la spola fra Punta Secca e Marina di Ragusa, ha chiesto e ottenuto un incontro con lo stesso Pluchino: “E’ falso affermare che tutti i pescatori abbiano doppia attività. I veri pescatori, e io sono fra quelli, stanno morendo di fame. Fatichiamo ad arrivare non alla fine del mese, ma della settimana. Nessuno ci tutela. E in più siamo costretti a sentire cose non vere”. Pluchino replica: “Prendo atto di quanto dice il signor Puccia. Non era mio intento mancare di rispetto, ma evidenziare che con le difficoltà attuali è difficile vivere di sola pesca. Io sono per la legalità. Allo stesso tempo, però, ribadisco che aderire in via esclusiva a quel Gac sarebbe stato un grosso errore di leggerezza. Cosa avremmo raccontato gli agricoltori, che costituiscono la maggior parte del nostro tessuto economico, se si fosse presentata l’opportunità di un Gac destinato a loro? Rischiavamo di ingessare un paese che, lo ripeto, non vive di pesca”.
CATEGORIA DIMENTICATA – Puccia ammette che “nessuno di noi è mai stato interpellato per parlare di Gac o altre cose. Solo all’inizio di questa legislatura ci avevano comunicato lo stanziamento di 380mila euro da destinare in parte anche alla pesca. Ma poi sono spariti: la pescheria è rimasta in condizioni disastrose, non abbiamo neanche un garage dove poter svolgere l’attività. Siamo stufi delle prese in giro e io, personalmente, non credo più a nessuno. Ho fatto polemica pure con l’Ufficio tecnico perché ci hanno tolto l’unico contatore elettrico che avevamo a disposizione”. E aggiunge: “I pescatori di Punta Secca dipendono dalla marineria di Scoglitti”. Pluchino prende la palla al balzo: “Ecco perché sarebbe più sensato che Vittoria aderisse al Gac e non Santa Croce. Io sono stato l’unico a difendere i pescatori e a lottare per il porticciolo di Punta Secca. Adesso è tardi per portare le istanze a Palazzo di Città, l’Amministrazione ormai ha tirato i remi in barca. Ma la prossima dovrà prendere degli impegni in questo senso. Chi di mestiere fa il pescatore ha il diritto di campare con il proprio lavoro”.