Lo street food di Joseph Micieli trionfa su Rai1: “La mia rivoluzione in cucina”
Il sapore autentico della sua cucina ha convinto, nel 2014, i produttori Rai a concedergli un provino. Da quel momento la scalata verso il successo non si è più arrestata: Joseph Micieli, un autentico tornado di idee nella vita di tutti i giorni, è stato incoronato “re dello street food” a ‘La prova del cuoco’, la storica trasmissione di Rai 1 condotta da Antonella Clerici. Il proprietario di Scjabica, dopo aver conquistato Andrea Mainardi con la scaccia ragusana e l’arancino di pesce, ha spalancato le porte del paradiso culinario al “cannolo salato ripieno di caponata”. Un contrasto stridente – almeno a pelle – che Joseph ha tramutato in un piatto di successo. Il cannolo che gli ha consentito di sbancare la rubrica “Mainardi on the road”, presto verrà riproposto nel suo ristorante a due passi dalla casa di Montalbano. Assieme ad altre creazioni che aspettano solo l’apertura del sipario.
Regalaci un aneddoto: qual è il primo contatto con la televisione?
“E’ stato per merito di Luigi Cremona. Io avevo appena finito “Chef emergenti del sud”, dove mi ero piazzato secondo. Lui aveva trovato la mia interpretazione dei piatti simpatica e frizzante. Così fece il mio nome a Cristina Bracali, che fa le selezioni per i provini a ‘La prova del cuoco’. A giugno 2014 sono stato chiamato per farne uno, a settembre ho debuttato su Rai 1″.
Cannolo e caponata: due tradizioni insieme nello stesso piatto. Questo di chiama osare…
“Ho deciso di scomodare due mostri sacri della nostra cucina, rivisitando quello street food dolce che è icona delle pasticcerie. Il cannolo è dello stesso impasto di quello classico, con il sale al posto dello zucchero e un po’ di Marsala che permettesse, fermentando, di dar vita alle bolle. E’ stato un esperimento di successo. Mainardi, in tutto il mio percorso, ha apprezzato la mia voglia di osare. Era successo già con l’arancino, in cui avevo abbinato pesce e provola ragusana. In questa fase ho allargato i miei orizzonti. Ho scavato nella cucina barocca e trovato qualcosa che potesse adattarsi al contest della rubrica”.
Lo street food sbarcherà anche nel tuo ristorante?
“Assolutamente sì. La gente potrà venire da me e trovare quello che ha visto in televisione. La scelta del cannolo salato nasce anche dall’esigenza di re-inventarsi. Il nostro street food è più “povero” di quello palermitano, per citarne uno, dove troviamo pane e panelle, frattaglie, sfilacci di cavallo… Quindi occorre sperimentare”.
Sabato sarai anche protagonista di Linea Verde
“Sì, hanno girato una puntata per andare alla riscoperta della Ragusa barocca e mi hanno chiesto di contribuire con una ricetta. La puntata andrà in onda alle 12.20. Ho preparato una pasta di grano autoctono, cui ho abbinato ragusano doc e cozze sgusciate. Anche in questo caso un prodotto della terra e un prodotto del mare. A Punta Secca, in passato, c’erano diverse colonie di cozze: i nostri nonni andavano lì col coltellino per prenderle”.
In tre anni ti è cambiata la vita. Ti aspettavi un successo simile?
“Non di queste proporzioni, anche se speravo di fare qualcosa di bello. Gli obiettivi iniziali prevedevano una crescita molto lenta, anche perché il nostro territorio, che è fantastico, non offre ancora un turismo destagionalizzato. Questo ci ha imposto di usare molto la creatività. Oggi c’è la tv, c’è il ristorante nuovo. Sto cercando di gestire tutto nel migliore dei modi. E a breve ci saranno novità sempre in ambito televisivo”.
Qual è stata la soddisfazione più grande?
“Essere approdato in tv è stato un bel colpo. Adoro raccontare il mio territorio e il mio stile di vita. Mi piace l’idea di poter essere un educatore sotto il profilo alimentare. Ma ciò che mi gratifica davvero è aver rivoluzionato il concetto di cucina”.
Ci spieghi in che modo?
“La cucina di mare è sempre stata un po’ trascurata nel ragusano. Siamo legati alla cucina degli anni ’70 e ’80, in cui non c’è stata evoluzione. Non mi riferisco alla tecnica, ma alla ricerca della materia prima. Se fai ricerca, fai territorio. Se fai territorio, fai turismo. Noi dobbiamo raccontare il nostro territorio anche con la cucina. La ricerca è alla base di una cucina di qualità e va sempre effettuata nell’ottica di una sostenibilità del mare. Accaparrarsi e mantenere la freschezza è un’operazione complessa. Noi siamo riusciti a guadagnarsi la fiducia dei nostri fornitori e grazie a loro è stato possibile rivoluzionare il concetto di cucina di pesce. Ci piacerebbe diventare un modello anche per gli altri, poter essere un’ispirazione per chi vuole svolgere al meglio questo meraviglioso lavoro”.
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