Andare a comandare?
Meglio tornare a governare
È il tormentone dell’estate 2016, la canzone più cliccata, postata, ballata. Si intitola: «Andiamo a comandare». Nell’era dell’hashtag, è subito diventato #andiamoacomandare. Il testo, come si addice al genere, è surreal-demenziale. Andando sui principali social network si può verificare che in molti vogliono andare a comandare. Chi prende la bici. Chi si infila il vestito nuovo. Chi calza le nuove scarpe. Tutti con la scritta #andiamoacomandare. Tendenze estive. Tormentone di successo che ha raccolto ben 59 milioni di visualizzazioni su Youtube. Ignorata dall’élite della musica colta ed osannata dalle nuove generazioni, la canzone può piacere o meno, di sicuro genera domande e pone punti di vista interessanti, non propriamente legati alla canzone stessa. Piaccia o no, come tutte le canzoni d’estate intercetta e porta in superficie qualcosa di profondo. L’autore, Fabio Rovazzi, 22 anni, rappresenta bene i millennials, uno che nelle interviste racconta di aver studiato fino alla quarta superiore perché non ne trovava più il motivo. Il titolo del brano, irriverente, quasi sfrontato, è al centro dell’attenzione sui social, sui giornali ecc…, ha voluto evidenziare, partendo dal concetto di “comando”, come il potere politicamente inteso si stia indebolendo.
Questa introduzione era necessaria per arrivare alla nostra realtà locale. Dai “problemi con l’ex caserma e il belvedere di Punta Secca”, alla insufficiente macchina organizzativa messa in azione questa estate dall’amministrazione comunale di Santa Croce, sino alle scelte (non sempre condivise con la città) operate in questi quattro anni di governo: sono molte insomma le crepe nella politica locale. Caro sindaco, lei in tutte le occasioni si giustifica “di qualcosa” che non ci ha dato la possibilità (quasi sempre) di conoscere, perché la trasparenza inizia con la condivisione e la partecipazione alle scelte amministrative e successivamente con la giusta informazione (non quella su Facebook). Chi ha la responsabilità di governo ha il dovere di circondarsi di persone capaci, di far fruttare le scarse risorse disponibili che a volte sono state mal-utilizzate (ad esempio il prelievo per la “notte bianca” dal fondo di riserva). Lei è proprio sicura di aver scelto bene? E che dire degli incarichi legali e tecnici “non necessari” assegnati da questa amministrazione, per coltivare il proprio orticello (altro che orti e erbacce di città in cui smaltire un po’ di umido ed usarlo come concime, ciò che avrebbe una qualche utilità), non sono forse soldi pubblici anche quelli, che magari si potevano risparmiare? E’ sicuro di aver fatto tutto quello che grazie alla carica elettiva che ricopre aveva il potere di fare per il bene comune? Lei che in questi ultimi tempi è intervenuta in Consiglio per difendere la sua città “dagli attacchi dell’opposizione e dei suoi amici” che a suo parere demonizzano e danneggiano l’immagine di Santa Croce.
Cerchi di rimediare a quello a cui può ancora rimediare, con l’aiuto di tutte le persone di buona volontà, per regalare la sua città ai tutti quei cittadini che resteranno anche dopo il suo mandato elettorale e che vogliono contribuire alla crescita sociale, culturale ed economica. Il turismo e l’agricoltura sono settori cruciali per lo sviluppo sostenibile di questo territorio, dai quali dipende non solo la salute fisica ma anche quella economica, cui i media e il fenomeno Montalbano hanno contribuito. Siamo stanchi di politici arrabbiati e inefficienti, che danno le colpe a chi fa opposizione, ai cittadini o a chi scrive sui giornali criticando a volte scelte o disservizi della pubblica amministrazione. Siamo sicuri che non c’è stato alcun ritardo nel fare la differenziata? E se c’è stato, è forse colpa dei cittadini o di chi ha governato questa città? Nel lasciarla alle sue riflessioni, che forse per essere ben meditate avrebbero bisogno di un po’ di silenzio, la saluto con una frase tratta dal libro “Spegni il fuoco della rabbia” di Thich Nhat Hanh, che a pag. 124 scrive: “Le mie azioni sono i soli beni che posseggo. Non posso sfuggire alle conseguenze delle mie azioni. Le mie azioni sono il terreno su cui poggio i piedi”.
Il tormentone dell’estate ha detto ‘Andiamo a comandare’? Bene, lo schema per il futuro di Santa Croce questa volta si dovrà necessariamente modificare e ribaltare per diventare ‘tutti noi insieme andiamo a governare’ senza se e senza ma, per una migliore, libera e democratica società che appartiene a tutti i santacrocesi.