L’arte dei pavoni contagia i politici: ma è meglio ritirare la coda per evitare di essere “scoperti”
“La mia mamma mi ha detto che sono bello”, chissà quante volte abbiamo sentito un bambino pronunciare questa frase! Sulle labbra di un bambino fa sorridere, su quelle di un adulto sicuramente un po’ meno. In quest’ultimo periodo, talvolta a qualcuno dei nostri esponenti politici è venuta la tentazione di ostentare la propria ‘coda di pavone’, soprattutto quando i mezzi di comunicazione si trasformano in palcoscenico su cui esibirsi, solleticando l’umano istinto di essere un animale sociale. In effetti, è un po’ come il corteggiamento del pavone maschio alla femmina. Il maschio è in concorrenza con gli altri del suo stesso sesso e sa che questi potrebbero portargli via le femmine. Perciò esso fa in modo di sembrare il più bello aprendo la coda e corteggiando le femmine. Alla fine una (o più) di esse lo noteranno e lo seguiranno. Lo stesso accade con l’uomo, dove, però lo scopo non è riprodursi ma semplicemente socializzare e liberarsi dal sentimento d’inadeguatezza che porta all’isolamento. Questo atto lo compiamo tutti in parte, ma c’è chi aumenta la propria autostima a dismisura (mania di protagonismo), non tenendo in debito conto il quoziente intellettivo degli altri. Un esempio lo abbiamo avuto in questi giorni con l’approvazione della legge finanziaria regionale. Consiglieri regionali che si affacciano ai balconi di Palazzo dei Normanni per riscuotere l’applauso di chi in tanti modi, ma sempre con dignità, ha voluto attirare l’attenzione della politica sulla necessità della sopravvivenza; altri consiglieri regionali che escono dal Palazzo per abbracciare ed essere osannati, come se l’approvazione di una norma fosse stata esclusivo merito proprio. Anche i fondi regionali destinati alla Provincia di Ragusa hanno solleticato qualcuno a volersi attribuire il merito della ‘paternità’. I fondi destinati a Ibla, quelli destinati all’aeroporto di Comiso, i contributi per il sostentamento delle attività agricole, ecc. sono stati ottenuti grazie alla sinergia di tutta la deputazione iblea (Digiacomo, Assenza, Ragusa, Dipasquale, Ferreri), per cui è meglio far scomparire ‘la coda’ prima che a qualcuno possa venire la curiosità di verificare ‘cosa c’è sotto’.
Ermocrate