Il fabbro Nino Barone allarga la collezione: ecco la Dea degli abissi
“Nemo profeta in patria”: con questa frase il signor Antonino Barone ha voluto iniziare il suo racconto, fatto di rabbia mista a perplessità. Nella piccola comunità santacrocese ci si conosce tutti e ancor di più è riconoscibile lui non solo con la sua attività di artigiano del ferro, ma per essere un vero artista dell’acciaio inossidabile. Sue sono le numerose opere che campeggiano nello spazio esterno antistante la sua officina/laboratorio, ben visibili a tutti coloro che attraversano la circonvallazione che svincola verso Punta Secca. Con l’invito rivoltoci a visitare il suo piccolo mondo ha voluto presentarci la sua ultima creatura: la Dea degli abissi. Una statua in acciaio che rappresenta una figura fantastica, una sorta di sirena che regge in mano il mondo. “Un’opera complicata – ha ammesso Barone – che ha richiesto quattro mesi di lavoro. È interamente in acciaio inox ed il maggior lavoro è all’interno. Doveva essere collocata sugli scogli, a Punta Secca, di fronte la casa di Montalbano. Purtroppo non è stato possibile. Adesso ho fatto una lettera al Ministro Franceschini, sperando che mi risolva il problema lui, perché non conosco la motivazione del rifiuto. Ho dovuto, addirittura, mettere la statua del commissario Montalbano al Rosengarten, presso un privato. La cosa che non capisco è il perché. È una questione d’invidia perché gli altri queste cose non le sanno fare? Oppure do fastidio io? Non lo so”.
Gli occhi del signor Barone si illuminano mentre descrive le sue opere. C’è Pinocchio con la sua bacchetta magica che, dopo averla presa alla Fata Turchina, vorrebbe fare tutte le cose che ognuno di noi amerebbe fare. Poi c’è la Mutante, castigata dalla dea per essere troppo bella, e che si trasforma in un pesce, un delfino e una farfalla, lei si guarda allo specchio credendo di essere ancora bella, purtroppo non è così. Quest’opera, per un periodo di tempo, è stata posta in Piazza Vittorio Emanuele, proprio a Santa Croce. A continuare c’è il Veliero, che per qualche tempo ha fatto la sua bella mostra ai piedi del faro di Punta Secca e rappresenta una ragazza che ha perso il suo amore in mare, un pescatore, e costruisce un veliero che riesce a volare per ritrovarlo. Non manca anche il personaggio famoso, Adriano Celentano, rappresentato mentre recitava nel film Serafino. Per concludere, l’artista ha creato un’opera che non ha bisogno di spiegazioni: il “Calcio in culo”. Ma l’attività di Antonino Barone non si ferma qui. Ha realizzato anche una mini opera d’arte che ha donato a Papa Francesco, la Passione di Cristo, che raffigura la mano di Cristo trafitta dal chiodo della Croce.
“Io non capisco perché al pensionato Barone Antonino è proibito mettere queste statue all’interno del suo paese – torna a ribadire l’artista -. La mia lettera al Ministro Franceschini serve per chiedergli di scrivere al sindaco di Santa Croce e alla giunta per sapere come mai le mie opere non possono stare qui. L’Italia vive di turismo, Santa Croce no. Ho avuto i ringraziamenti fatti personalmente da Luca Zingaretti, ho realizzato tante opere che sono fuori dall’Italia e qui no. Io metto a disposizione le mie opere a titolo gratuito, poi se vogliono essere pagato il suolo pubblico che occupano, io lo pago così come pago le altre tasse. Mi torturo perché non capisco il perché di questo rifiuto. Quando la statua di Montalbano è stata messa all’ingresso di Punta Secca tantissimi si sono fatti le foto con lui e queste ancora circolano. Io non ho mai chiesto al comune nulla, non do responsabilità al comune per qualunque cosa possa verificarsi contro le statue. Io sono la loro mamma ed non ho nulla da chiedere a nessuno”. Parla con grande fervore Barone, si aspetta delle risposte che gli auguriamo possano giungere presto.
2 Comments
Per l’amor di Dio basta, il mondo non è pronto per le tue opere
Vergognati Peppe chi sei tu per giudicare un opera d arte falla tu qualcosa se si capace sempre li a puntare il dito e a criticare fatelo voi qualcosa di buono per il vostro paese
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