Ragusa, provincia a luci rosse: “Ci prostituiamo per vivere nel lusso”
Meretricio, dal latino merere, vuol dire guadagnare vendendo il proprio corpo. Volgarmente e più semplicemente prostituirsi, il mestiere più antico del mondo. Ebbene, dopo la soppressione delle case chiuse avvenuta nel 1958 per effetto della legge Merlin, una senatrice socialista della Repubblica, la prostituzione si è riversata nelle strade delle grandi e piccole città d’Italia. L’idea della senatrice era quella di debellare il fenomeno, ma il rimedio è risultato peggiore del male. Il “settore” non ha mai conosciuto crisi, anzi… A differenza di altre realtà, nella provincia di Ragusa l’impatto dell’effetto della suddetta legge è stato alquanto “discreto”. Dalle nostre parti, il meretricio si è sempre svolto all’interno di abitazioni più o meno private, niente a che fare con le scene indecenti che si vedono sovente in altre realtà, con donne (e uomini) seminude ad adescare i clienti anche in pieno giorno. L’era della tecnologia, nella nostra provincia, è entrata a gamba tesa nell’affare: internet è diventato il metodo più efficace per procurarsi incontri a luci rosse. Ci sono siti dedicati, con descrizione delle prestazioni e foto esplicite, e anche la pubblicità su alcuni quotidiani procura clienti alle donne, spesso di origini sudamericane e dell’est Europa.
Il fenomeno coinvolge quasi tutto il territorio provinciale, fatta eccezione per qualche paesino dell’entroterra. Naturalmente fa da padrone la città capoluogo: Ragusa. In città, stando agli annunci, ci sono diversi “punti” nel centro storico destinati all’uopo, ma da qualche tempo il fenomeno investe anche la fascia costiera, da Scoglitti a Marina di Marza. Negli ultimi tempi alcuni blitz della polizia hanno tentato di porre un freno al diffondersi di questa pratica, colpendo chi, a vario titolo, specula sul corpo delle donne, alcune costrette dal racket, ma altre assolutamente consapevoli. Una scelta di vita ben precisa come quella di M.A.M., una donna quarantenne di origini brasiliane che da circa dieci anni ha deciso di vendere il suo corpo semplicemente per scelta: “Mi piaceva e mi piace vivere nel lusso, sono sempre stata libera sentimentalmente, ho scelto di non avere legami, tutto quello che guadagno cerco di spenderlo nel migliore dei modi. Mi piace la vita comoda e con il passare del tempo, quello che all’inizio un tantino mi inibiva, ormai è diventata routine, ci si abitua a tutto. Conosco tante donne che, come me, lo fanno solo per vivere bene”. Come si può facilmente capire sono in tante a percorrere questa scorciatoia, dare un calcio agli stenti vendendo il proprio corpo. Addirittura c’è chi adesca dalle pagine del più famoso social network. Qualche avvenente ragazza ti chiede l’amicizia, tu magari gliela concedi e poi, dopo qualche giorno, arriva puntuale una velata proposta di incontro. Insomma, un salto di “qualità” ad alimentare un mestiere per alcune, un incubo per altre. Comunque il modo più veloce per fare soldi, tanti soldi, visti i prezzi. Le tariffe vanno da un minimo di 50 euro per una prestazione base, fino ad arrivare a 500 per una “notte d’amore”. Alla faccia della crisi!