SOSPESI TRA SOGNO E REALTA’
Puntuali come gli svizzeri, noi italiani abbiamo appena festeggiato il 25 Aprile e il 1° Maggio, cioè le feste civili più importanti della Nazione, unitamente al prossimo 2 Giugno. In un’Italia in cui i diritti civili esistono sulla carta ma sono difficilissimi da ottenere, tutelare ed esercitare, in un Italia in cui il lavoro non c’è o è precario, abbiamo continuato, imperterriti, a festeggiare la Liberazione dal nazifascismo e il lavoro e tra, qualche settimana, continueremo a festeggiare la Repubblica, dato che l’Italia, ai sensi dell’art. 1 della Costituzione è “una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Ma il 1° Maggio di quest’anno lo ricorderemo anche per l’apertura dell’Expo di Milano e per l’approvazione, quasi certa ed in forma bulgara, del c.d. Italicum, che non è la marca di un treno o di una azienda di abbigliamento, bensì la nuova (?!) legge elettorale. E mentre al concertone del 1° Maggio Goran Brokovic (serbo-croato) cantava “Questa mattina mi son svegliato/ oh bella ciao! bella ciao, bella ciao, ciao, ciao..”. E mentre a Milano, sempre il 1° Maggio il Presidente del Consiglio inaugurava l’Expo decantando le “meraviglie” italiane. E mentre, sempre il 1° Maggio, a Pozzallo “sbarcavano” i sindacati confederati … “noi siciliani onesti” cercavamo di capire il motivo per cui la sanità pubblica qui funziona come una slot-machine, divoratrice di milioni di euro in strutture avveniristiche mai completate, satura di liste d’attesa bibliche; il motivo per cui per arrivare a Palermo da Ragusa in macchina occorrono 4 ore, mentre per arrivare in Francia o in Austria da Milano con il “Freccia Rossa” di ore ce ne vogliono la metà; il motivo per cui dal Mediterraneo, anzicchè “sbarcare” turisti sbarcano cadaveri; il motivo per cui la stagione turistica siciliana per legge inizia il 1° aprile e nei fatti non è ancora decollata o se è decollata è disorganizzata, disattenzionata, comunque improvvisata e, già affaticata.
In questi giorni i nostri occhi hanno visto spiagge ancora sporche, stabilimenti balneari ancora chiusi, strutture alberghiere dormienti, ristoranti assaltati da orde fameliche, prigioniere di prezzi stellari, siti archeologici puntualmente chiusi e vandalizzati, musei “non pervenuti”. Questo è il modo tutto “nordico” ed elitario di trattare la Sicilia, densa di siti teoricamente dichiarati “Patrimonio dell’UNESCO”, e, in quanto tale, privilegiati per l’attingimento ai finanziamenti europei, nei fatti ridotta ad una Cenerentola senza principe azzurro! E cosa ricorderanno i pochi, coraggiosi turisti che, come fantasmi si aggirano tra le nostre città d’Arte? A Punta Secca “la casa di Montalbano” o la spiaggia “accidentata”? E a Caucana? Gli scavi chiusi al pubblico e invasi da erbacce o il tramonto? E a Scicli? Il barocco assolato o la chiesa di San Matteo, restaurata e già deturpata dai vandali? E a Modica? La scalinata di San Pietro e Paolo o l’ex Tribunale moribondo? E a Vittoria? Il prezioso Teatro comunale o l’incuria in cui è tenuta Scoglitti? E a Comiso? La festa di Pasqua o l’aeroporto più costoso d’italia? La Provincia di Ragusa (ma esiste ancora, governatore Crocetta?) conta (o contava!) 9 Comuni. I turisti li ricorderanno tutti e ritorneranno o ricorderanno le “carrette del mare”, il delitto Stival, “la noia e l’abbandono?”. Alla nostra sicilianità la scommessa, ardua ma non impossibile, di ancorare a noi tutti i popoli e tutte le culture, nell’armonia tipica della culla di tutte le civiltà… il Mediterraneo.