Veronica, nulla di fatto dopo 12 ore di udienza: “Io amavo mio figlio Loris”
E’ durata circa dodici ore l’udienza di Veronica Panarello al Riesame di Catania. E non è ancora finita. Secondo quanto si è appreso, dopo la relazione letta dal presidente del tribunale, Maria Grazia Vagliasindi (a latere Pietro Currò e Aurora Russo), la Panarello ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee. Subito dopo ha parlato per circa quattro ore il suo difensore, Francesco Villardita, che ha illustrato “le numerose e rilevanti criticità – come le ha definite – del quadro accusatorio”. Infine le replica del Procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, e del Pm, Marco Rota.
La Panarello era arrivata in mattinata, intorno alle 10, a bordo di un furgone blindato di colore blu. Tutta l’area di palazzo di Giustizia è stata interdetta ai cronisti e a nessuno è stato consentito di avvicinarsi all’aula “Serafino Famà”, dove la donna è stata ascoltata. All’esterno sono filtrate pochissime dichiarazioni: “Eravamo una famiglia unita, non ho mai fatto del male ai miei figli. Amavo Andrea Loris” ha detto Veronica. Il giudice però non si è ancora pronunciato sull’eventuale scarcerazione della donna e ha fissato il proseguimento dell’udienza per venerdì mattina alle 10.30.
L’AVVOCATO: “IL PROCESSO HA TROPPE CRITICITA'”
“Ogni volta che si studia un processo si trova sempre qualche criticità e ritengo che di criticità in questa vicenda processuale ne abbiamo trovate parecchie e anche, devo dire, rilevanti. Ora sarà il tribunale a decidere”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello. “La mia linea difensiva – ha aggiunto Villardita – punterà sulla confutazione di tutti gli elementi che sono stati ritenuti gravi indizi di colpevolezza da parte del giudice e sarà supportata, oltre che da argomentazioni logico, giuridiche e di carattere empirico, anche da consulenze di esperti”.