Tacco 12, fortifica l’autostima o disintegra le gambe? Rubrica benessere a cura di SARA HASSEN
Tacco 12, oggetto del desiderio e tortura per qualunque donna. Per quelle che, almeno appartemente, lo portano sempre e dovunque, con disinvoltura; per quelle che lo sopportano, perché “chi bella vuol apparire…” ma contano i secondi che le separano dal poterseli levare e camminare scalze. Fino a quelle che li guardano sognanti nelle vetrine e sospirano pensando che “sono belli, ma non ce la posso proprio fare”. Di norma si dovrebbero usare solo di sera, poiché di mattina si rischia l’effetto escort, specie se l’andatura è incerta e arrancante come quella dei trans sui trampoli, ma la magia dei tacchi a spillo è tale per cui qualunque cosa si indossi, dalla gonna e camicetta al classico tubino nero, quel paio di scarpe valorizza sempre anche gambe che non lo meritano e hanno la capacità di snellire le figure non proprio longilinee. Alzi la mano quella donna che pur non indossando il tacco 12 per vari motivi, non li trova comunque sexy e capaci di regalare quei cm di sensualità e bellezza in più. Il tacco 12 slancia, rende la gamba più tonica, mette in evidenza il muscolo del polpaccio, e soprattutto regala autostima e sicurezza. Cammini con 12 cm in più e vedi il mondo da un’altra prospettiva, guardi, finalmente, gli uomini negli occhi. Non sentirsi inferiore fisicamente aiuta psicologicamente. Sembra banale, ma è così. I tacchi a spillo rappresentano da sempre l’essenza della femminilità e dell’erotismo. Le donne li adorano, sono un’infallibile arma di seduzione.
Sara Hassen