La festa del Natale secondo l’Islam: non una perdità di identità, ma un grande arricchimento culturale
I cristiani festeggiano l’anniversario di Gesù secondo le loro tradizioni, così come i musulmani celebrano le festività della loro tradizione. Oltretutto noi musulmani consideriamo con il più grande rispetto qualsiasi evento celebrato in onore di Gesù di Nazareth. Nell’Islam, non solo non è proibito, ma rappresenta un atto di buona educazione, di gentilezza, di rispetto verso i cristiani, contraccambiare un gesto, come quello degli auguri, anche se non risulta propriamente una festa della propria fede. Dopotutto, anche moltissimi cristiani ci augurano ogni bene in occasione delle festività islamiche. Formalmente il festeggiare il Natale, stare a tavola con i cristiani e fare loro gli auguri rappresenterebbe, in un contesto islamico, una licenza “rukhsa”. La premessa a questa licenza è quella di non trasgredire in nessun modo la religione islamica sia in campo alimentare (mangiando maiale, o bevendo vino) sia nel rispetto dei rituali, come la preghiera. Il problema più grave che emerge in moltissimi musulmani residenti in Italia, è l’orgoglio verso la religione, questo è grave. Non vi è orgoglio nella religione, l’orgoglio determina separazione, distinzione, che a sua volta sfocia in odio. Oggi molti bambini musulmani, oltre alle moschee, frequentano anche gli oratori salesiani, partecipano alle recite natalizie presso le scuole, si scambiano i regali, vanno a trovare amici. Insomma, il Natale è ormai entrato nelle tradizioni di molti immigrati, senza che questo venga visto come una perdita di identità culturale ma anzi come arricchimento della personalità di ognuno.
Sara Hassen
5 Comments
complimenti per l’ articolo
interessante
Di questo articolo,occorrerebbe farne Tante copie…..quando pregare un altro Dio diventa motivo di integrazione direi che dobbiamo avere il buon senso di riconoscerne il valore….AUGURI!!!
Pregare un altro Dio?
Dio uno solo è, magari con diversi nomi, ma sempre uno è!
Condivido quanto detto da Vincenzo.
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