Scuola, al giro di boa arrivano le pagelle: i voti, però, alimentano competizione e bullismo di G.Zisa
Tempo di pagelle per moltissimi studenti (più o meno “perfetti”) che vengono valutati attraverso i voti, risultanti dall’impegno e dall’atteggiamento tenuti nel corso dei primi mesi di scuola.
Ma cosa fa l’alunno perfetto?
- Non fa arrabbiare gli insegnanti (ma sopratutto non produce rumore alcuno durante le lezioni);
- Studia e lavora bene a scuola: sta attento e buono e fa tutto giusto ogni volta;
- Ascolta, legge e scrive bene;
- Studia a casa il pomeriggio anche le nozioni che l’insegnante non ha spiegato;
- Rispetta le regole.
· Inglese
· Seconda Lingua straniera
· Storia
· Geografia
· Matematica
· Scienze
· Tecnologia
· Arte e immagine
· Religione cattolica/Attività alternativa
· Comportamento
La valutazione scolastica esiste da molto tempo in Italia e il sistema usato è molto variato negli anni. In epoca fascista la valutazione era molto rigorosa e non riguardava solo le tradizionali materie, bensì anche i lavori domestici, la cultura fascista e l’igiene della persona. Il sistema adottato era quello dei giudizi, che erano i seguenti:
· Insufficiente
· Sufficiente
· Buono
· Lodevole.
Ma qual è l’obiettivo della valutazione? Serve ai bambini, soprattutto alla scuola primaria, o dovrebbe essere utile a insegnanti e genitori? La valutazione dovrebbe servire al docente per capire quanto è riuscito a trasmettere passione, voglia di imparare all’allievo. Conseguentemente si estende, infatti, all’idoneità dell’insegnamento e dei mezzi da esso impiegati per il raggiungimento degli obiettivi educativi che si era proposto. Se si vuole che uno studente impari ad amare lo studio, non si premi con un numero per i traguardi raggiunti: gli si diano piuttosto pacche sulla spalle, lo si porti per mano, lo si aiuti a crescere spiegandogli perché studiare è bello, e gli fa bene, anche per la sua vita da velina o da calciatore al limite. Vale la pena ricordare la filosofia della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani: “Il voto è discriminante perché è ingiusto fare parti uguali tra disuguali. Il voto monopolizza l’attenzione e l’interesse degli studenti, facendoli studiare solo per la valutazione, in una situazione di ansia e competizione”. Quelli negativi, o meglio, non conformi alle attese (soprattutto di quei genitori che cercano nei figli rivincite o compensazioni) minano l’autostima dei bambini. Riporto qui, in breve, un’intervista molto interessante rilasciata da Grazia Honegger Fresco, una studiosa che ha ricevuto il Premio Unicef 2008 «Dalla parte dei bambini». Riflettiamo insieme:
Cosa pensa del ritorno dei voti in pagella?
«Credo che tutto il sistema dei premi sia non solo negativo, ma proprio sbagliato da un punto di vista etico. In questo modo facciamo vivere il bambino in una dimensione nella quale non può dire a se stesso “sono felice di quello che faccio”, ma “devo fare questo e poi avrò il mio premio”. I bambini soffrono nel sentirsi sempre giudicati e messi in competizione: questo fa nascere molti problemi che portano anche al bullismo. È necessario cambiare completamente la scuola ed abolire tutti i voti: lo sa che in Finlandia, Paese che possiede uno dei migliori sistemi scolastici, non danno i voti fino alla terza media?»
Nel corso degli anni si sono succeduti molti ministri della Pubblica Istruzione, a volte pieni di idee e buona volontà. Eppure si ha la sensazione di una scuola prigioniera di un caos in continuo aumento…
«La struttura in sé è come un guscio vuoto, con il ministero della Pubblica Istruzione che è una macchina burocratica spaventosa. Quello che deve cambiare è il modo degli adulti di relazionarsi con i bambini. Bisogna cambiare dal basso, perché il ministro più aperto ed intelligente può al massimo limitare i danni. La sostanza è che la cosa più importante, la relazione umana, rimane un fatto individuale, di ogni genitore ed insegnante con i propri figli ed alunni. Ma ci siamo mai veramente chiesti perché ai bambini non piace andare a scuola?».
Giusy Zisa
4 Comments
La scuola è quel luogo dove i genitori affidano i figli agli insegnanti , gli insegnanti a sua volta, sono pagati per istruire i ragazzi, l’istruzione non deve essere solo culturale, ma anche educativa, evitare il bullismo è il sacrosanto compito degli insegnati che devono fare in modo che tutto questo nelle scuole NON accada.
Un genitore deve sentirsi sicuro quando il proprio figlio/a è a scuola.
Gli insegnanti sono pagati per istruire i nostri figli, ma insegnare l’educazione e il rispetto per il prossimo spetta soprattutto a noi genitori, smettiamola di dare la colpa agli insegnanti se abbiamo i figli maleducati.
Salvatore , le ricordo, qualora non lo sapesse , che il 90% degli episodi di bullismo, accadono nelle scuole, e nelle scuole ci sono gli insegnati che in alcuni casi, devono fare le veci dei genitori , di conseguenza impedire certi episodi del tutto squallidi e tristi, come il bullismo!!!!
Molti episodi di bullismo accadono nelle scuole, ed è compito degli insegnanti evitarli .
Comments are closed.